La preghiera di Colletta del ciclo liturgico C evidenzia la dimensione dell’annuncio della buona notizia che il Signore è venuto a portare e che ancora oggi risuona nella Chiesa per l’opera di trasmissione della Parola di Dio compiuta dagli autori sacri e dagli evangelisti nel corso della storia. Nella Prima Lettura assistiamo alla rinascita religiosa e non solo di Gerusalemme e di tutto il popolo di Israele che trova nella Legge del Signore il fondamento della sua vita. Esdra, sacerdote e scriba, esiliato a Babilonia, e Neemia, prima coppiere di Artaserse poi governatore di Gerusalemme, sono i protagonisti della rinascita, e il popolo riconosce nella Parola del Signore la sorgente della vita nuova, della gioia. Nella pagina evangelica si narra il ritorno a casa di Gesù che, ormai pieno di Spirito Santo e confermato da Dio nella sua missione, secondo il costume di ogni buon ebreo, si reca in sinagoga in giorno di sabato per il culto. A lui è affidato il compito di leggere, il testo è quello di Isaia 61 dove viene descritta la vocazione di un profeta nei termini di un forte annuncio di liberazione per coloro che sono oppressi. È l’annuncio del tempo del Messia.

Da notare la dimensione fisica sottolineata dalle due letture: nella Prima si dice che “gli orecchi di tutto il popolo erano verso il libro della Legge” (Ne 8,3), nel Vangelo si dice che “gli occhi di tutti nella sinagoga erano attirati da lui” (Lc 4,20b), supponendo così una dimensione di attenzione e di curiosità, di tensione e di attesa di qualcosa che avviene: Gesù spiega quella parola di Isaia nei termini di un compimento “nelle vostre orecchie”, dice il testo greco, sottolineando che la “buona notizia” si è fatta evento in Gesù, ciò che Gesù dice non è solo una parola, ma una parola-evento che non è solo informazione o discorso, ma è già salvezza. La trasmissione di questo lieto annunzio costituisce la preoccupazione della Chiesa di tutti i tempi, a partire dagli evangelisti che, come dice Luca, nel Prologo del suo Vangelo, hanno il compito di consegnare ai credenti ciò che hanno scritto perché essi “possano rendersi conto della solidità degli insegnamenti ricevuti”.

Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico

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