Non ci ho pensato nemmeno un attimo prima di chiedere al card. Salvatore De Giorgi di presiedere la santa messa della Dedicazione della nostra cattedrale, evento centrale della nostra vita comunitaria, che ci vede tutti riuniti attorno all’altare ogni 6 di novembre.

 

 

 

In verità, avevo chiesto al cardinale di celebrare nella festa dei Santi Patroni Oronzo, Giusto e Fortunato, ma poi abbiamo convenuto che sarebbe stato più opportuno festeggiare gli anniversari del sacerdozio, dell’episcopato e del cardinalato in questa ricorrenza. Mi ha sorpreso innanzitutto una coincidenza: il card. De Giorgi è nato il 6 di settembre e, dunque, la dedicazione della cattedrale cade a due mesi esatti di distanza dalla sua nascita. E, in effetti, questa diocesi può vantarsi di aver dato i natali a don Salvatore.

Egli ricevette l’ordinazione sacerdotale il 28 giugno 1953 con l’imposizione delle mani del vescovo Francesco Minerva, del quale fu segretario fino al 1958. Da sacerdote, fu primariamente parroco: infatti, il 12 ottobre 1958, divenne il primo parroco della neocostituita parrocchia di Santa Maria delle Grazie in Santa Rosa di Lecce, riuscendo a erigere la chiesa e a costruire la comunità, lungo il suo ministero sacerdotale nel nuovo quartiere della città.

In diocesi è stato anche per vent’anni insegnante di religione, oltre che assistente della Fuci, della Gioventù studentesca, degli Scout, dell’Azione cattolica. Dal 1969 fu delegato e poi vicario per la pastorale diocesana e direttore dell’Ufficio pastorale diocesano.

Poi, il 27 dicembre de 1973, cioè 50 anni fa, fu consacrato vescovo e, per volere del Santo Paolo VI, fu inviato a Oria. Da qui, inizia il suo lungo ministero episcopale, lasciando tracce indelebili a Foggia, Taranto (dove ricevette la visita all’Italsider di San Giovanni Paolo II), e Palermo, senza dimenticare il grande lavoro svolto come Assistente nazionale di Azione cattolica.

Ciò che sempre mi ha colpito è stato il fervore spirituale, la centralità della celebrazione eucaristica e l’intensa attività pastorale svolta dal card. De Giorgi.

L’avanzare dell’età non ha mai diminuito in lui il vigore e l’entusiasmo apostolico, accompagnato sempre da una intensa vita interiore.

Fu creato cardinale da San Giovanni Paolo II nel concistoro del 21 febbraio 1998, cioè 25 anni fa, con il titolo di Santa Maria in Ara Coeli. Nel 2005 partecipò al conclave che elesse Papa Benedetto XVI. Inoltre, dopo la morte del card. Sodano, avvenuta il 27 maggio 2022, è il più anziano cardinale italiano.

Da qui, la sua illuminata saggezza e la sua grande umiltà. Pur essendo un maestro, con me è sempre stato un fratello maggiore. Mi accompagna nel cammino della guida della diocesi con la preghiera e con la sua proverbiale serenità. È, pertanto, giusto e doveroso ringraziare il Signore per il lavoro svolto dal card. De Giorgi e per i traguardi che egli ha raggiunto. Essi non riguardano solo la sua persona, ma coinvolgono e beneficiano tutti noi. Ci ammoniscono le parole di Paolo che ci invita a gioire con coloro che sono nella gioia, perché la felicità di un membro è la felicità del corpo intero.

Questa gioia, che ha la sua origine e sorgente in Dio, oggi ci viene nuovamente testimoniata da don Salvatore che, con la serenità e la forza dei suoi 93 anni, ci sostiene nel cammino della comunità diocesana.

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