GIUSEPPE MENGOLI
Vescovo di San Severo

“Gerusalemme,

oggi oggetto di una disputa che sembra senza soluzione,

domani – se lo si vuole! –

crocevia di riconciliazione e di pace”

San Giovanni Paolo II

Quando si realizzerà il sogno di questo grande santo?

Non c’è spazio per rassegnati fatalismi, poiché è sempre in gioco la volontà umana, quella che spesso invece di scegliere il bene, sceglie deliberatamente il male. Nessuno, infatti, è mai obbligato a fare il male e ad uccidere.

Quando viene superato il confine invalicabile della dignità dell’altro, ogni linguaggio aggressivo è giustificato, ogni logica violenta diventa possibile, ogni prevaricazione legittimata.

Ma le ferite di Israele appartengono a tutti e il sangue e la morte di quel popolo rischiano di condurre in agonia l’intera umanità, perché in una guerra sono tutti sconfitti. Muoiono la verità della vita, il senso dell’esistenza, muore subito la fragile presunzione di innocenza dietro la quale spesso ci si nasconde e muoiono, soprattutto, tanti innocenti. Tanti…

E anche se per quella Terra vengono meno il desiderio e la possibilità di vivere nella sicurezza, la pace non può diventare un illusorio miraggio, né l’anelito di pace restare soffocato in cuori ripiegati in un freddo cinismo.

È vero! Quello scoppiato sabato scorso è purtroppo solo l’ennesimo conflitto che si aggiunge a quelli già esistenti, molti dei quali sconosciuti ai più, ma questo non può e non deve creare una inconscia assuefazione allo scorrere di scenari che si presentano sempre più drammatici.

È triste ammetterlo: in certi momenti vorremmo cambiare il corso della storia, ci sentiamo, invece, cadere le braccia, raggiunti dalla tentazione della rassegnazione…

Forse dovremmo imparare a piangere noi per primi per quel fiume in piena di ingiusto dolore, forse dovremmo provare un immediato senso di indignazione davanti all’aggiornamento dell’evoluzione dei conflitti, forse dovremmo poter imparare a reagire con forza e insieme, se amiamo la nostra esistenza, se amiamo la terra, se siamo fratelli e se sappiamo che è scritto per noi un progetto d’amore eterno che è possibile realizzare già da ora.

Non ci resta, allora, che iniziare da noi e dai nostri contesti e, per non cadere in una vuota retorica, capire che uno stile di pace non ci rimanda in un fiabesco, quanto impossibile idillio, ma ha un costo. Spesso un costo molto alto, che dovremmo essere pronti a pagare volentieri.

Tuttavia, accanto alla necessaria fatica delle mediazioni di pace da parte dei governi, l’unica arma potente che è in mano a noi credenti è quella della preghiera. La preghiera per la pace, la preghiera per le vittime, la preghiera per chi uccide senza scrupoli, la preghiera per tutti gli indifesi.

Invito, perciò, l’intera Diocesi di San Severo a rivolgersi alla Vergine Maria, Regina della pace, affinché anche Lei preghi con noi il Signore. Egli solo, infatti, con una rinnovata effusione dello Spirito, può riaccendere in ogni cuore la luce della speranza e la gioia della fraternità.

Per questo chiedo a tutte le comunità una settimana di preghiera per la pace secondo le modalità più proprie di ogni parrocchia, iniziando venerdì prossimo, 13 ottobre, con una Giornata diocesana di preghiera e di digiuno.

Sarà il nostro modo di scendere in campo e di gridare, insieme con Papa Francesco e con la Chiesa intera, il comune bisogno di una ‘nuova umanità’.

Venerdì prossimo, 13 ottobre, in Cattedrale, la veglia di preghiera sarà alle 20.30.

Durante tutta la settimana si potrebbe aggiungere questa intenzione alla preghiera dei fedeli:

Per la pace nel mondo: Signore, fa’ che prevalga il desiderio del bene, il dialogo costruttivo, il senso di responsabilità. Il tuo Spirito di pace illumini ed orienti le scelte di coloro che sono chiamati a governare i popoli e la tua Chiesa sia segno e strumento di unità e concordia. Preghiamo.

e scegliere una delle Preghiere eucaristiche per la Riconciliazione e la Pace presenti nel Messale.

San Severo, 9 ottobre 2023

+ don Giuseppe

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