Sarà domenica prossima 16 novembre il momento in cui la Chiesa di Lecce si unirà spiritualmente al grido dei poveri del mondo intero, celebrando la IX Giornata mondiale dei poveri, voluta con cuore profetico dal compianto Papa Francesco.

 

 

“Non amiamo a parole, ma con i fatti” (1 Gv 3,18): con questo invito il Santo Padre, nel 2017, volle consegnare alla Chiesa universale una giornata che non fosse solo simbolica, ma un’occasione reale per incontrare Cristo nei poveri, nei fragili, come segno concreto di misericordia e di attenzione verso chi vive ai margini. 

Da allora, ogni anno, le comunità cristiane sono chiamate a rendere visibile la misericordia di Dio attraverso gesti concreti di amore e condivisione. Il tema di quest’anno si rivesta del clima dell’esperienza del Giubileo: “Ancorati alla speranza”.

In diocesi, il momento centrale sarà la celebrazione eucaristica alle 11, presso la parrocchia di Santa Maria dell’Idria in Lecce, presieduta da mons. Cristoforo Palmieri, vescovo emerito della diocesi di Rrëshen (Albania). Concelebrano i missionari vincenziani e alcuni sacerdoti della diocesi, insieme ai diaconi e ai volontari impegnati nella pastorale della carità. 

La liturgia avrà un carattere profondamente comunitario: saranno presenti i poveri assistiti dalle parrocchie e dalla Caritas diocesana, i volontari delle associazioni, i membri del gruppo del Volontariato Vincenziano, della Fondazione Casa della Carità e numerosi fedeli che desiderano condividere un gesto di solidarietà e di vicinanza. 

La Giornata acquista un valore ancora più speciale perché si inserisce nei festeggiamenti per i 400 anni dalla fondazione della Congregazione della Missione, istituita da San Vincenzo de’ Paoli nel 1625, un carisma che continua a portare nel mondo il fuoco della carità evangelica. Quattro secoli di missione e servizio diventano oggi una sorgente viva che irriga la nostra diocesi, dove tante mani, anche nascoste, continuano a costruire ponti di solidarietà, ad asciugare lacrime, a donare dignità. In un tempo spesso arido di speranza, la carità vincenziana si fa acqua fresca nel deserto, pane spezzato per chi ha fame di amore, luce che rischiara la notte dell’indifferenza. 

“I poveri non sono un problema, ma una risorsa spirituale – ha affermato mons. Palmieri -. Essi ci aiutano a comprendere il Vangelo nella sua verità più profonda. Questa giornata è un dono che ci permette di riscoprire il volto di Cristo nei fratelli più piccoli e di rinnovare il nostro impegno per una Chiesa povera e per i poveri, come sognava Papa Francesco. In questo anno giubilare vincenziano, ricordiamo che la carità non si esprime solo nei gesti, ma nasce da un cuore che sa vedere, ascoltare e servire”. 

Al termine della celebrazione, alle 12:15, il salone e il chiostro parrocchiale si trasformeranno in una grande mensa fraterna, allestita grazie all’impegno congiunto della Caritas diocesana di Lecce, della Fondazione Casa della Carità e del Volontariato Vincenziano. Decine di volontari stanno lavorato per preparare il pranzo condiviso, raccogliendo donazioni, organizzando la logistica e curando ogni dettaglio, perché ogni persona si senta accolta e amata. 

“Non si tratta solo di offrire un pasto, ma di condividere un tempo di ascolto e di amicizia – racconta la presidente del Volontariato VincenzianoMariangela Lezzi -. Ogni anno questa giornata ci ricorda che la carità non è un dovere, ma una gioia. Noi cerchiamo di inventare nuovi modi per far sentire i nostri fratelli poveri non ospiti, ma parte della stessa famiglia”. Durante il pranzo, sono previsti momenti di animazione, con la consegna di piccoli doni pensati in occasione del Giubileo vincenziano. Un gesto semplice, ma colmo di significato, che vuole ricordare la tenerezza del Vangelo e la vicinanza della Chiesa a chi è nel bisogno. 

In un mondo spesso distratto e indifferente, questa Giornata non è solo un appuntamento annuale ma diventa un faro di speranza, un richiamo alla responsabilità e alla condivisione. È il frutto del silenzioso e costante lavoro dei tanti volontari, delle parrocchie, delle associazioni e dei centri d’ascolto che ogni giorno, lontano dai riflettori, offrono tempo, ascolto e sostegno alle famiglie in difficoltà. San Vincenzo de’ Paoli, che spese la vita per i poveri, amava ripetere: “I poveri sono i nostri signori e i nostri padroni. Servirli è servire Gesù Cristo”. Parole che ancora oggi risuonano forti, ricordando che solo chinandosi su chi soffre possiamo rialzare l’umanità intera. La IX Giornata mondiale dei poveri è dunque un invito a ritrovare il senso autentico del Vangelo: vivere la carità non come gesto occasionale, ma come stile di vita. La celebrazione della Giornata dei poveri diventa così non soltanto un evento, ma un invito a cambiare prospettiva, a guardare il mondo dal punto di vista di chi non ha voce, casa o speranza. È un cammino di conversione che parte dal cuore e si traduce in gesti semplici, ma capaci di illuminare la vita di chi li riceve. 

Domenica prossima, la Chiesa diocesana testimonierà che la carità è la via maestra per costruire un mondo più giusto e fraterno. È il volto di una Chiesa che non si limita a parlare di carità, ma la vive ogni giorno, con mani che si tendono, con occhi che sanno vedere, con cuori che sanno ascoltare.

 

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