Questa mattina 1400 pellegrini, provenienti dai vari paesi della nostra Arcidiocesi, sono giunti a Roma con il Vescovo Giovanni per vivere l’esperienza giubilare ed essere confermati nella fede da Papa Leone XIV.
Il Santo Padre ha così salutato i presenti: “Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. In particolare, saluto i pellegrini delle seguenti Arcidiocesi: Gaeta accompagnati dall’Arcivescovo Mons. Luigi Vari, Brindisi-Ostuni con l’Arcivescovo Mons. Giovanni Intini. Carissimi, le vostre Comunità diocesane dispongono di un saldo patrimonio spirituale, radicato nella fede in Cristo. Attingete costantemente a questa mirabile fonte e da essa traete il coraggio e la forza necessari per affrontare con fiducia le sfide dell’odierna società”.
Dopo aver vissuto l’udienza con Papa Leone, i fedeli hanno attraversato la Porta Santa e alle 13 il vescovo Giovanni ha presieduto la Santa Messa nella Basilica di San Pietro presso l’Altare della Confessione con 25 sacerdoti della nostra diocesi. Erano presenti, inoltre, 4.000 pellegrini provenienti da tutto il mondo e la Corale Diocesana San Leucio ha animato con i canti la liturgia.
L’Arcivescovo Giovanni nell’omelia ha detto: “Siamo venuti sulla tomba dell’apostolo Pietro per essere confermati nella fede. E noi dopo l’incontro con Papa Leone XIV ci sentiamo confermati nella fede”. Ha poi proseguito con queste parole: “da sempre il pellegrinaggio è occasione di conversione e di revisione di vita. Il pellegrinaggio non ci offre delle risposte ma ci provoca delle domande. Vorrei porre tre domande che possono aprirci uno spazio di discernimento e provocare una revisione di vita. La prima domanda: il Figlio dell’uomo quando verrà, troverà la fede sulla terra? La seconda: Simone Figlio di Giovanni mi ami più di costoro? E la terza: Domine, quo vadis?”.
Per la prima domanda il Vescovo ha invitato i fedeli a riflettere sull’importanza di alimentare, in questo tempo storico, la fede come capacità di vegliare nella notte, resistendo attivamente. Rispondendo alla seconda, ha detto: “per vegliare nella notte con fiducia occorre ricordare che credere è amare e bisogna alimentarsi alla fonte dell’amore. Perchè è il Vivente che fa nuove tutte le cose. Così potremo imparare a guardare la storia e i progetti con gli occhi di Cristo, con gli occhi della misericordia, dell’accoglienza e dell’abbraccio”.
Considerando la terza domanda Mons. Intini ha ricordato la tradizione apocrifa che fa dire a Pietro: “Domine quo vadis?” durante l’incontro avvenuto con Gesù sulla Via Appia. Questa domanda attraverso questa via, che raggiunge Brindisi, interpella soprattutto i pellegrini provenienti dalla nostra diocesi. “La risposta di Gesù: vado a Roma per essere crocifisso nuovamente. Vado al tuo posto dato che tu scappi. Perchè scappi? Perchè rinunci ad essere te stesso? Perchè non accogli la tua vocazione? Allora questa domanda è posta anche a noi. Perchè scappate? Perchè rinunciate ad essere testimoni della fiducia di Dio che si trasforma in amore nella vita di ogni giorno. Perchè non accogliete in pienezza la vostra vocazione cristiana dentro la quale fioriscono le nostre singole e personali vocazioni?”.
Ha concluso l’Arcivescovo affermando che Pietro si giustifica davanti a Cristo: “mi hanno detto che devo mettermi in salvo per continuare a guidare il gregge”. Ma Gesù ricorda a Pietro e a noi che la sua vocazione è per il martirio. Questa è la tentazione anche di questi tempi difficili. Anche noi siamo tentati e vogliamo scappare, vogliamo rinchiuderci nel nostro privato curando solo il benessere personale in attesa di tempi migliori. Oggi invece è il tempo del martirio, della testimonianza. “Il Signore ci aiuti a ritrovare il coraggio, la fedeltà e il sacrificio”.








