In una cattedrale gremita di fedeli, ieri sera, come ogni 6 novembre, è stata festa per la Chiesa di Lecce.

 

 

Alla presenza di ben quattro vescovi – mons. Michele Seccia, arcivescovo emerito di Leccemons. Michele Di Tolve, vescovo ausiliare di Romae rettore del Seminario romano, mons. Luigi Pezzuto, nunzio apostolico e mons. Cristoforo Palmieri, vescovo emerito di Rreshën, insieme all’intero presbiterio diocesano -, l’arcivescovo Angelo Raffaele Panzetta ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica nel 268° anniversario della Dedicazione della cattedrale, chiesa madre di tutta la diocesi e da 45 anni, compiuti lo scorso 20 ottobre, sede metropolitana di Lecce, con il rito di ordinazione diaconale del giovane seminarista Enrico De Leo, della parrocchia Maria SS. Ausiliatrice di Monteroni.

L’intera celebrazione è stata trasmessa indiretta da Portalecce Tv (GUARDA).

“L’anniversario della Dedicazione della cattedrale è nella nostra diocesi, per una ormai radicata tradizione, un momento di comunione, un momento di gratitudine, che coinvolge tutta la comunità diocesana. La cattedrale è segno di un mistero più grande, il mistero della nostra Chiesa. E noi siamo qui per rendere lode a Dio, perché riconosciamo nella nostra Chiesa particolare un dono meraviglioso di Dio per tutti noi.” Con questa prima premessa, all’inizio dell’omelia (IL TESTO INTEGRALE), il presule ha voluto far comprendere ai fedeli, il senso della festa di ieri, sottolineando anche la bella tradizione della nostra Chiesa diocesana che sente propria questa festa.

Di seguito il collegamento con il secondo motivo di festa e di grazia della giornata, l’ordinazione diaconale di Enrico.

“L’ordinazione di Enrico ricorda alla nostra Chiesa particolare qui oggi, rappresentata da tutte le realtà, ricorda la sua vocazione diaconale. La Chiesa, la nostra Chiesa particolare, se vuole essere fedele al mandato del Signore, dovrà essere una comunità di servizio, una comunità nella quale doniamo la vita gli uni per gli altri, una comunità in cui ci si aiuta a percorrere vie di salvezza”. 

“Ma questa solennità, questa festa, dice qualcosa anche a te, Enrico – ha continuato Panzetta -: il fatto di essere ordinato diacono, nel giorno in cui ricordiamo la Dedicazione di questa chiesa, la sua consacrazione, ti ricorda che per essere diacono, tu, come questo tempio, dovrai essere dedicato a Dio, dovrai essere consacrato a Lui. Per essere strumento vivo nelle mani di Dio, devi appartenere a Lui, devi consegnare il tutto di te, tutto deve essere nelle mani di Dio, tutto deve appartenere a Lui, così Dio, offrendoti pienamente a Lui, Egli opererà cose meravigliose attraverso il tuo servizioDunque, siamo qui per vivere grandi misteri“. 

Commosso, il pastore, ha rievocato l’immagine del nuovo parto, che la stessa mamma ha detto di vivere, un parto della Chiesa che genera al ministero e, come ha ricordato don Flavio De Pascali, nella veglia di mercoledì sera, la Chiesa è sempre giovane e si rigenera sempre, perché il primo giovane è Cristo.

Tra le varie citazioni dei santi, l’arcivescovo ha concluso con un augurio particolare, citando San Policarpo: “Parlando dei diaconi Policarpo dice: ‘i diaconi siano misericordiosi’ e la Parola te l’ha detto perché sei stato chiamato per misericordia; ‘siano zelanti’, pieni di passione per il Signore, per la Chiesa e soprattutto per i poveri; ‘i diaconi camminino decisamente nella direzione della verità che Cristo ha segnato nel Vangelo’. Sii dunque un diacono misericordioso, sii dunque un diacono zelante, sii uno che cammina con decisione e offre questa testimonianza al popolo di Dio, sii uno che cammina con decisione nella via del Vangelo. Noi pregheremo perché quello che Policarpo dice dei diaconi si compia salvificamente e gioiosamente nella tua vita.”

In un clima di grande preghiera, commozione e trepidazione, la liturgia è entrata nel vivo del rito di ordinazione, con le domande al candidato, il canto delle litanie, l’imposizione delle mani, la preghiera consacratoria, la vestizione della dalmatica, fatta da don Giorgio Pastore, parroco d’origine e da un diacono romano, la consegna delle scritture e l’abbraccio di pace. Dopo la professione di fede, si è svolta la liturgia eucaristica. 

Al termine della messa, don Vito Caputo, ha ricordato che il prossimo 12 novembre, si terrà in cattedrale, alle 19:30, una liturgia penitenziale in preparazione al pellegrinaggio giubilare a Roma.

 

 

Racconto per immagini di Arturo Caprioli.

 

clic qui per l’articolo sul sito del giornale della Diocesi