Non appena cominciò a predicare, Gesù attirò a sé una gran folla: lo seguivano di villaggio in villaggio, per più giorni lo ascoltavano senza stancarsi, al punto che gli apostoli non avevano più tempo di mangiare (Cfr. Mc 6,31).

 

 

È il catechista colui che è chiamato a ‘far risuonare la Parola di Dio’ nella dimensione permanente della spiritualità; questa investe le sue scelte pedagogiche e metodologiche, realizzando una sintesi tra fede e vita che attrae alla fede chi è all’esterno. Ciò che qualifica il catechista, infatti, non è soltanto la testimonianza di vita, ma il servizio della Parola, con la quale trasmettere il messaggio di Cristo.

Siamo ora in apertura dell’Anno pastorale e l’Ufficio catechistico diocesano, con la guida del direttore don Stefano Spedicato, pianifica il prossimo itinerario formativo. 

 

Don Stefano, si riparte. In tutte le comunità parrocchiali della diocesi queste sono giornate di programmazione del nuovo anno pastorale. E tra le azioni di apostolato, quella della catechesi dell’iniziazione cristiana spicca per attenzione e intensità. Come si sta muovendo l’Ufficio catechistico diocesano?

Nei primi giorni del mese di settembre, esattamente il 5, presso il Centro Pastorale Diocesano si è incontrata l’Equipe dell’Ufficio catechistico diocesano (Ucd) per dare inizio alla programmazione catechistica per il nuovo Anno pastorale 2025/2026. Ci è sembrato importante, prima di tutto, domandare alla segreteria del vescovo un momento di incontro con l’acivescovo Angelo Raffaele Panzetta. Ci sembra importante partire nel nuovo anno e all’inizio del ministero episcopale in mezzo a noi dell’arcivescovo significando la piena comunione con colui che è il primo evangelizzatore in mezzo a questa porzione di popolo di Dio. Infatti, l’Ufficio catechistico diocesano è certamente a servizio dei catechisti della diocesi, ma lo fa in nome e per mandato del vescovo. Sarà un momento di ascolto sinodale e di accoglienza degli orientamenti che per tutta la Chiesa di Lecce il nostro pastore vorrà consegnare in modo particolare a coloro che hanno ricevuto il dono/impegno di annunciare il Vangelo.

 

Quali saranno le tappe a livello diocesano di questo nuovo anno pastorale. Quali in diocesi le iniziative già in cantiere? E quali i progetti in fase di realizzazione per tutte le Chiese di Puglia?

Avremo un primo momento di incontro guidato dall’arcivescovo con tutti i referenti digitali e i responsabili della catechesi delle parrocchie, unitamente ai parroci, nel quale proveremo a dare uno sguardo alla realtà catechistica diocesana e proveremo, in accoglienza degli orientamenti della Chiesa in Italia, a guardare alla direzione da imprimere nei percorsi di annuncio del Vangelo e di catechesi. Inoltre, già nel mese di ottobre con l’inizio della Scuola diocesana di formazione teologia riavviamo l’offerta formativa che l’Ucd garantisce in seno alla scuola: è un vero e proprio percorso di formazione iniziale per essere catechisti. Un tempo, infatti, si chiamava formazione di base a significare che è un primo modo per equipaggiarsi per poter svolgere un servizio o addirittura un ministero catechistico. Sono in calendario vari momenti o corsi di formazione rivolti ai catechisti che l’Ucd offre alle comunità parrocchiali. A breve, per esempio, partirà a Melendugno un corso pilota sull’annuncio del Vangelo con l’arte. Un protocollo d’intesa stipulato circa tre anni fa con l’Istituto superiore di scienze religiose “don Tonino Bello” di Lecce apre l’opportunità di formazione accademica all’annuncio attraverso l’arte e la bellezza. Con il Servizio diocesano per la pastorale giovanile con il quale è in essere una stretta collaborazione, abbiamo già avviato il progetto per la seconda Giornata diocesana dei cresimandi che si svolgerà nei primi mesi del 2026. Continua anche per quest’anno la progettazione e realizzazione dei sussidi per la catechesi per i “tempi forti” che come Chiese di Puglia offriamo ai ragazzi e ai catechisti. È bello saper di un lavoro e di una proposta che nasce dal mettere insieme le equipe diocesane di tutta la regione.

 

Come far ripartire la catechesi del post cresima e la formazione degli adulti?

Occorre dire che nelle comunità – dove c’è la possibilità di fare una proposta interessante per il post Cresima -i ragazzi rispondono. Non è un “problema” dei ragazzi. È questione di che tipo di proposta siamo in grado di offrire noi come comunità: lì dove questo si fa i ragazzi non lasciano la parrocchia. Questo non significa che non esistano tante altre realtà in sofferenza. Se i ragazzi non vedono l’ora di “scappare” dopo la Cresima più di qualche domanda ce la dobbiamo pure porre, soprattutto in merito a quanto e come si semina negli anni precedenti e in merito a che offerta si pone in essere per quelle generazioni. Gli adulti hanno tante opportunità di formazione e spesso avvertono la necessità di trovarne sempre di più profonde. È sotto gli occhi di tutti, tuttavia, come i grandi assenti nelle comunità siano proprio gli adulti. Siccome il desiderio di Dio in questa stagione della vita non cessa, ma anzi diventa spesso ricerca nella verità occorre sempre più aprire canali che intercettino la sete di Dio. È nelle pieghe e nelle piaghe delle storie personali che va gettato il seme del Vangelo. C’è poi un discorso a parte da fare in merito a quanti chiedono di diventare cristiani in età adulta. L’Ucd è vicino ai parroci e alle comunità che accompagnano nel tempo del Catecumenato quanti in età adulta chiedono di ricevere il sacramento del Battesimo. È interessante mettere in evidenza il fatto che fino a qualche anno fa a chiedere il Battesimo in età adulta erano persone che provenivano da altri Paesi e si erano stabiliti da noi; a questi oggi si aggiungono persone che se pur nate in Italia non hanno ricevuto i sacramenti ed una educazione alla vita cristiana, ma scoprono dopo il dono della fede.

 

La catechesi dell’iniziazione cristiana consente un approccio diretto con le famiglie che scelgono ancora di educare i propri figli alla fede come hanno promesso nel giorno del matrimonio sacramento e anche nel giorno del battesimo dei loro bambini. Tu sei anche parroco: se è vero che i genitori sono anche i primi educatori nella fede come fare per rinvigorire il messaggio evangelico anche nel quotidiano domestico?

Lì dove i genitori prendono seriamente il mandato consegnato loro il giorno del Battesimo dei propri figli i frutti si vedono. Fino a che, invece, la logica è quella di delegare la trasmissione della fede unicamente alla parrocchia in modo avulso dalla famiglia si fa sempre più fatica. Ecco perché più che mai oggi si cerca di coinvolgere le famiglie non relegandole nel ruolo di fruitori di un servizio, ma come co-protagoniste di una proposta di fede da viversi prima di tutto come testimonianza. Per questo motivo in più di qualche esperienza catechistica si prova a mettere insieme genitori/catechisti/ragazzi. In questo senso molto importante è quando la coppia che ha fatto, oltre al sacramento, la scelta di una vita cristiana si riserva spazi di formazione e di condivisione in seno alla comunità o nelle diverse proposte di spiritualità che le parrocchie o i movimenti propongono. Nei prossimi giorni sarò a Roma con una rappresentanza della nostra regione ecclesiastica pugliese al Giubileo dei catechisti. A seguire vivremo i giorni dell’annuale Convegno nazionale per la catechesi dal titolo “Edificati dalla comunità” (LEGGI). Sarà occasione per respirare la Chiesa universale e nazionale. Sarà opportunità per accogliere quanto Papa Leone XIV vorrà indicare sulla scia dei suoi predecessori in merito all’annuncio del Vangelo. Sarà tempo di grazia che avrà ricadute importanti anche per nostra Chiesa di Lecce, per le nostre comunità per continuare più carichi di speranza nella missione di annuncio che Cristo ha affidato a noi.

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