Il messaggio di padre Franco Moscone per la seconda edizione del “Poliedro della Pace” è un invito a riscoprire la vocazione del nostro territorio come luogo di incontro, dialogo e speranza, perché – come ricorda il Papa – la pace si costruisce ogni giorno, con gesti umili e coraggiosi.

Leggi di seguito il messaggio integrale del Vescovo.

 

La necessità di un Gargano ponte di Pace

«Egli è la nostra Pace» (Ef 2,14)

Nel Messaggio urbi et orbi per la Pasqua 2025, la vigilia della sua morte, papa Francesco aveva detto: «Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile!». Ha così collegato il “Giubileo della speranza”, da lui voluto, con il grido di pace che si leva dal mondo intero. La Chiesa italiana impegnata nel Cammino sinodale ha poi ricevuto da papa Leone XIV, il 17 giugno 2025, il mandato di lavorare affinché́ «ogni comunità̀ diventi una “casa della pace”, dove si impara a disinnescare l’ostilità̀ attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione».

«Guardate al domani con serenità̀ e non abbiate timore di scelte coraggiose! Nessuno potrà̀ impedirvi di stare vicino alla gente, di condividere la vita, di camminare con gli ultimi, di servire i poveri. Nessuno potrà̀ impedirvi di annunciare il Vangelo, ed è il Vangelo che siamo inviati a portare, perché́ è di questo che tutti, noi per primi, abbiamo bisogno per vivere bene ed essere felici» (Leone XIV 2025).

Il Gargano è da secoli casa della pace, lo dimostrano i due santuari che lo hanno reso punto di riferimento devozionale e di pellegrinaggio:

  1. Santuario di San Michele. L’Arcangelo Michele è il Principe delle milizie celesti, ricordato cinque volte nella Sacra Scrittura (tre volte nel profeta Daniele, 1 nella lettera di Giuda, ed 1 nell’Apocalisse). La guerra che l’Arcangelo combatte è vince ha luogo in cielo non sulla terra ed è per limitare colui che vuole “dividere” l’umanità da Dio (Ap 12, 7ss). Per Michele, si può dire, che se c’è un luogo in cui la guerra “è lecita” è solo il cielo, e quella guerra in cielo si è conclusa con la vittoria. Dopo la “guerra vinta in cielo” si può affermare e cantare di gioia, si può portare la “buona notizia” insieme alla moltitudine dell’esercito celeste: gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che Egli ama (Lc 2, 13-14)
  2. Santuario di Padre Pio. La missione di Padre Pio è stata essenzialmente una missione di pace. In particolare la fondazione dei Gruppi di Preghiera nell’agosto 1939 ha avuto come finalità il pregare per la pace. … e Padre Pio parlando ai suoi Gruppi utilizza un linguaggio militare: li chiama milizia, esercito, ne indica l’arma (intende la preghiera attraverso la recita del rosario), ma si tratta di una milizia disarmata per disarmare il potere della violenza e dell’orrore che intende dominare il mondo.

ll Gargano ha le carte in regola per essere per natura un ponte di pace. E il popolo del Gargano ha dimostrato di possedere tale missione a favore della pace. A partire dal 28 marzo scorso (prima manifestazione di “sdegno per Gaza” in Puglia a Manfredonia) le manifestazioni per la Pace si sono moltiplicate ed hanno “contagiato” in positivo il territorio della nostra Regione.

E c’è anche stato una piccola risposta di supporto economico ai palestinesi di Terra Santa, che con la scomparsa del turismo religioso hanno visto morire la loro economia: attraverso un invito particolare si è permesso a Nasri (architetto palestinese che parla italiano) di venire in Italia a pubblicizzare e trovare occasioni per far conoscere e vendere prodotti dell’artigianato locale. Attraverso la rete del Movimento dei Focolari, l’iniziativa si è aperta e si sta aprendo, a più diocesi (e quindi “piccole occasioni di mercato”) sul territorio italiano. Si tratta di trovare punti vendita che accettino di pubblicizzare e commerciare prodotti di artigianato costruiti in Palestina, al fine di mantenere in vita l’artigianato locale collassato a motivo della guerra. E’ un piccolo segno, una buona prassi nato dalla fantasia della carità che è capace di trovare e sostenere progetti di economia di pace e non di guerra.

Da qui in Gargano è partita un’iniziativa che, coinvolgendo le Amministrazioni comunali della Provincia di Foggia, passando per l’adesione dell’ANCI Puglia, è arrivata alla Presidenza Nazionale ANCI e dovrebbe essere presentata all’Assemblea di Bologna la settimana che viene. Si tratta di indicare a livello nazionale con l’impegno di tutti i Comuni italiani, piccoli e grandi, di indire una giornata per la pace e contro la guerra da ripetersi ogni anno.[1]

Purtroppo in Gargano (ed in modalità massiccia ed invasiva in tutto il territorio della Regione Puglia) esistono strutture militari importanti dove si “insegna a fare guerra”. Il Governo italiano non invia soldati in Ucraina o in Palestina perché tale azione le è proibita dalla Costituzione (art. 11). Ma nei fatti “insegna a fare la guerra” agli ucraini ed agli israeliti. Si addestrano i piloti che devono manovrare gli F-16 ed F-35 che bombardano le popolazioni e città avversarie. In questo modo anche l’Italia fa la guerra, facendola imparare ad altri: se direttamente non compie il reato, vi partecipa come favoreggiatore. Ritengo che un comportamento simile sia fuori dalla legalità e dal diritto sancito dalla Costituzione.

[1] Leggere il testo della proposta inviata all’ANCI Nazionale il 21 ottobre e relativa risposta del 28 ottobre 2025

Credo sia salutare, all’inizio di questo convegno “Il Poliedro della Pace tra ponti e muri”, riascoltare nell’interezza due articoli fondamentali del testo costituzionale: sono l’inno identitario, che dal 01 gennaio 1948, identifica la Repubblica Italiana.

Articolo 11

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

 Articolo 1

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Termino sintetizzando i due concetti che riassumono l’appello che Raniero La Valle, intellettuale e già parlamentare della Repubblica, ha sviluppato nel suo ultimo libro, edito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, dal titolo “Leviatani, dov’è la vittoria” (ed EMI, Verona 2023). La scommessa dell’umanità del XXI secolo sta in:

  1. DISIMPARARE l’arte della guerra
  2. IMPARARE l’arte della Pace

così l’umanità uscirà dalla sindrome della guerra e romperà la continuità storica mettendo fuori legge la guerra.

Ringrazio sentitamente Raniero La Valle per il coraggio e lucidità intellettuale con cui a 94 anni continua a sostenere la posizione evangelica e costituzionale di lotta disarmata alla guerra e per avermi onorato di chiedere di apporre la mia firma dopo la sua all’appello Eleggiamo il domicilio a Gaza.

+ p. Franco Moscone crs

San Giovanni Rotondo, 07 novembre 2025

clic qui per l’articolo sul sito diocesano