C’è una luce particolare, calda, policromatica, che rimane negli occhi quando ci si incontra davvero. Quella stessa luce che ha abitato la prima tappa del percorso formativo annuale proposto dall’Ufficio diocesano per il Laicato e della Consulta delle Aggregazioni Laicali: il primo incontro, dedicato per l’appunto al tema dell’“Incontro”. Non per limitarsi a parlare o a scambiarsi delle semplici informazioni, ma per aprire un vero e proprio spazio di ascolto reciproco, in cui ogni partecipante ha potuto sentirsi visto, accolto e valorizzato.
Nelle tre “piazze” che nei giorni 25, 26 e 27 novembre, rispettivamente a Nardò, Gallipoli e Parabita, hanno ospitato i Consigli direttivi con i loro assistenti, si è respirata fin da subito un’atmosfera di famiglia. Seduti accanto, provenienti da storie diverse, con carismi differenti e sensibilità talvolta distanti, ci siamo presi del tempo per raccontarci.
Alcune domande per dare senso al nostro camminare
Chi siamo? Per chi siamo? Domande semplici, eppure decisive, mai scontate. Per fare memoria della propria storia, per portare i propri sogni, la propria fatica e la propria passione, rendendo visibile la propria missione all’interno della Chiesa e della comunità diocesana e, soprattutto, per scoprire le affinità e le diversità che ci rendono unici. Così, le parole hanno cominciato a stagliarsi le une accanto alle altre, esattamente come le fasce colorate componenti la luce di un arcobaleno nuovo e affascinante, a tutto sesto, grande quanto la varietà dei doni che lo Spirito suscita nella nostra Chiesa.
Doni che si sono messi in dialogo, guidati dalle parole di Papa Leone ai moderatori delle Aggregazioni ecclesiali, il 6 giugno 2025, per ri-conoscere con sempre più consapevolezza che “nessuno è cristiano da solo!”. Che il nostro impegno non è isolato, né autoreferenziale. Che il nostro servizio ha senso solo se è orientato agli altri, solo se custodito dentro una comunione più ampia.
Così, le Aggregazioni non sono più solo “sigle” o “strutture”, ma diventano volti, storie, passioni: uomini e donne che desiderano fraternamente servire, annunciare, educare, accompagnare, pregare, costruire “tenendo sempre al centro il Signore Gesù! Questo è l’essenziale – continua Papa Leone nel suo succitato discorso – e i carismi stessi servono a questo. Il carisma è funzionale all’incontro con Cristo, alla crescita e alla maturazione umana e spirituale delle persone, all’edificazione della Chiesa”.
Un ritorno all’essenziale
Un ri-portarci all’essenziale che diventa faro di fiducia, di speranza e di alleanza, fondamentale per i passi successivi del percorso: dalla comunione che si vivrà nel secondo incontro alla condivisione dei frutti del cammino nella tappa di primavera e, infine, nella conclusiva Veglia di Pentecoste.
Ripartiamo da qui, dunque, con quella luce negli occhi che nasce quando ci si riconosce fratelli e la certezza nel cuore che la corresponsabilità non è un compito da svolgere, ma un’esperienza. Un’esperienza concreta in cui ogni Aggregazione ha la possibilità di essere sé stessa, pur contribuendo a un disegno comune più grande. Un’esperienza bella e luminosa, seppur talvolta faticosa, fatta di relazioni nuove, progettualità condivisa ed entusiasmo rinnovato per il servizio alla comunità. Un’esperienza tutta da vivere. Insieme. Sempre di più. Sempre meglio. Sempre alla Sua sequela.







