Prestigiosa inaugurazione dell’anno accademico per l’Istituto Superiore di Scienze Religiose metropolitano “S. Michele Arcangelo” con la presenza del cardinale Gianfranco Ravasi noto a tanti per aver condotto si canale 5 per quasi 30 anni la parte biblica del programma religioso “Le frontiere dello spirito” ma anche ideatore del Cortile del Gentili, la Fondazione da lui istituita e guidata dal 2011 per promuovere il dialogo tra credenti e non credenti sui grandi temi e le sfide che interessano la società contemporanea.

A fare gli onori di casa mons. Giorgio Ferretti, oltre che arcivescovo di Foggia – Bovino, moderatore dell’ISSR, e don Emanuele Spagnolo, direttore dello stesso istituto.

 In quasi un’ora il card. Ravasi ha condotto per mano il folto uditorio che ha riempito la chiesa dei ss. Guglielmo e Pellegrino in Foggia nell’impegnativo percorso di coniugare l’umanità, come ce la descrive le prime pagine della Bibbia, con la realtà attuale che ha smarrito il concetto stesso di natura umana condivisa. Oggi prevale la teoria del gender o del fluido, del mutevole.

Facendo leva su questo bisogno in card. Ravasi, forte anche della sua esperienza di docente, è partito dalla domanda di Dio “Adamo dove sei?” per sottolineare come il testo letterale ebraico indica – in realtà – la domanda rivolta a tutta l’umanità, a ciascuno di noi, a prescindere dalla razza, dal colore della pelle o dalla nostra storia: “uomo, chi sei?”

Dio ha creato l’uomo e la donna a sua immagine, di poco inferiore ad un dio – come dice il salmo 8, gli ha donato la libertà di scegliere il bene o il male, raffigurata dal frutto dell’albero della morale. L’uomo non è un essere isolato ma è aperto alle relazioni: una verticale discensionale (verso il basso la terra, perché da lì viene, una verticale ascensionale (verso il Creatore che gli ha dato la vita e l’autocoscienza per poter scegliere) ed infine una orizzontale (che trasforma la terra). Queste 3 dimensioni connotano l’homo faber, religiosus e socialis.

A questo punto il card. Ravasi ha calato questo concetto antropologico di umanità nella cultura contemporanea dove dominano la scienza e la tecnica che definiscono sempre più la natura umana (es. attraverso interventi sulla genetica per giungere al post, trans umanesimo, introducendo una figura umana diversa che sfida il Creatore); le neuroscienze e le scienze neuro cognitive secondo cui la coscienza, la libertà, la volontà, la liberà, la responsabilità, la simbolicità, il pensiero, l’arte, la religione, l’io, la fede sono riconducibili solo ad un fenomeno biochimico meccanico; l’intelligenza artificiale quando con l’algoritmo aperto è la macchina a decidere in proprio; infine l’infosfera, ossia la 4^ rivoluzione, quella informatica dove si passa dal concetto per cui la comunicazione è intesa come estensione dell’uomo ad una realtà in cui questa infosfera ci attraversa totalmente, condiziona la politica, la società, i consumi e l’economia.

Per questo, è la conclusione di Ravasi, bisogna entrare nella realtà con la forma della prima tavola della Bibbia, quella della creazione narrata nella Genesi. La nostra grande eredità è l’umanesimo che noi calpestiamo.

Leonardo Ciuffreda 

Foto: Leonardo Ciuffreda

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