Una manifestazione pubblica di fede nella Santissima Eucaristia: così può essere definita la solenne processione del Corpus Domini che, partita dalla parrocchia-santuario di Sant’Antonio a Fulgenzio, ieri 22 giugno, è giunta in Piazza Duomo.
A presiederla, in un clima di grande compostezza e di preghiera, l’arcivescovo metropolita di Lecce mons. Angelo Raffaele Panzetta.
Prima della benedizione eucaristica, tuttavia, il presule leccese, a nome della comunità ecclesiale da lui rappresentata, ha innalzato al Signore Gesù una accorata preghiera (LEGGI IL TESTO INTEGRALE).
Un lungo corteo con tanta gente che in un denso silenzio ha accompagnato Gesù Sacramentato non è stato non un semplice sfilare quanto una corale esperienza di fede.
Così Panzetta: “Signore Gesù, nella processione abbiamo avuto la possibilità di offrire una testimonianza pubblica e comunitaria della tua presenza reale nell’Eucaristia. Proprio perché siamo certi che attraverso il Pane consacrato tu sei presente in mezzo a noi, siamo convinti di poter parlare con te a viso aperto, e con cuore spalancato”.
Da qui, lo sguardo del pastore si è posato sulla Chiesa che – in accezione universale e locale – non è una semplice istituzione ma è frutto dell’amore del Signore, prolungamento della sua presenza, dono della sua misericordia.
Ancora l’arcivescovo di Lecce: “Noi siamo certi che la nostra Chiesa particolare prende origine, forza e movimento dalla Tua presenza nell’Eucaristia. La Chiesa è tua, […] non è il semplice prodotto dei nostri sforzi o della nostra progettualità pastorale”.
Come una lente di ingrandimento, allora, il pastore della comunità leccese ha guardato alla missione di coloro che vivono nel lembo di territorio salentino, chiamati a coniugare la bellezza della fede nello stare amoroso col Maestro e nella capacità di testimoniarlo tra gli uomini.
Incalza Panzetta: “Noi avvertiamo la grande responsabilità che ci hai dato ma non ci sentiamo schiacciati. […]Mentre ci impegniamo a vivere con gioia accanto alle donne e agli uomini del nostro tempo, avvertiamo il bisogno di stare con Te, […] di essere ricreati dal tuo amore misericordioso […] per esplorare le ricchezze contenute nella tua presenza salvifica in mezzo a noi”.
La radice per compiere questa progettualità di vita che è stata tracciata per ogni credente ha un suo segreto che è da riscontrare nella nuzialità feconda col Signore.
Ancora l’arcivescovo di Lecce: “Senza nuzialità con Te non possiamo fare nulla; solo rimanendo uniti a te possiamo essere un segno e strumento di salvezza per il mondo; […] rimanendo uniti a te non perdiamo l’orientamento nella complessità e nella contraddittorietà della vicenda umana[..]; riconosciamo che Tu sei il contenuto della nostra predicazione e l’oggetto della nostra testimonianza”.
Dunque, una giornata, quella di ieri, che ha reso attuale e vero il comando del Signore ai suoi discepoli: “Venite in disparte, voi soli, e riposatevi un po’” (Mc 6,31).
Racconto per immagini di Arturo Caprioli.







