Nel calendario liturgico, proprio della Chiesa di Lecce, giovedì 6 novembre si celebra l’anniversario della Dedicazione della cattedrale, chiesa madre di tutti i fedeli e centro della vita liturgica diocesana.
IL PROGRAMMA
La celebrazione, a partire dalle 18, verrà trasmessa in diretta streaming da Portalecce Tv (pagina Fb) e in tv da Teledehon (ch 19) per la regia di Tonio Rollo e il coordinamento editoriale di don Emanuele Tramacere; i commenti, i cui testi sono stati redatti dall’Ufficio liturgico diocesano diretto da don Mattia Murra, saranno a cura di Francesco Capoccia.
Per la prima volta sarà il nuovo arcivescovo, Angelo Raffaele Panzetta, a presiedere la solenne concelebrazione nell’anniversario della Dedicazione della chiesa cattedrale. Come si ricorderà, infatti, giusto un anno fa (LEGGI) durante la medesima liturgia presieduta dall’arcivescovo emerito Michele Seccia, all’epoca ancora in carica, mons. Panzetta venne presentato alla comunità diocesana come arcivescovo coadiutore e venne data lettura della Bolla pontificia contenente la nomina con cui il compianto Papa Francesco lo aveva inviato alla Chiesa di Lecce con diritto di successione.
UN NUOVO DIACONO
Per la preghiera consacratoria e l’imposizione delle mani dell’arcivescovo stesso, poi, la celebrazione di quest’anno si arricchirà anche di un dono in più: l’ordinazione diaconale di Enrico De Leo, 25 anni il prossimo 14 dicembre, seminarista della parrocchia Ausiliatrice di Monteroni e alunno del Pontificio seminario romano maggiore (LEGGI).
I SIGNIFICATI DELLA CELEBRAZIONE
Il rito della Dedicazione di una chiesa è uno dei riti più suggestivi e ricchi della liturgia latina; in realtà dobbiamo ricordare che nei primi secoli, quando ancora non si era sviluppata una vera e propria liturgia della Dedicazione, era proprio la celebrazione dell’eucaristia a rendere “sacro” il luogo in cui si riunivano i cristiani.
Dopo la riforma liturgica del Vaticano II, con la conseguente revisione dei libri liturgici la liturgia della Dedicazione, presieduta dal vescovo, inizia con la benedizione e l’aspersione dell’acqua sull’altare e sulle pareti dell’edificio.
Successivamente al canto delle Litanie dei santi, il vescovo depone le reliquie di alcuni santi sotto l’altare, segno della presenza di Cristo, l’Unto; le dodici croci, segno degli apostoli, poste su muri del tempio che reggono la Chiesa di Dio, vengono unte con il Sacro Crisma. Infine, l’intero edificio è avvolto dalla nube d’incenso, che sale dal braciere posto sull’altare e che è il simbolo della preghiera che si eleva al Cielo. La Chiesa si illumina a festa, segno della luce di Cristo.
Ricordare il giorno della Dedicazione della cattedrale significa celebrare l’opera della salvezza compiuta dal Signore nella Chiesa diocesana.
Diceva Sant’Agostino in una omelia per la Dedicazione: “se queste pietre materiali non fossero unite tra di loro con la carità, se non combaciassero facilmente, se non si amassero in qualche modo aderendo tra di loro vicendevolmente, questo tempio non ci sarebbe – e aggiungeva – anche noi dobbiamo essere uniti nella carità”.
Tutti devono sentirsi come pietre vive a servizio della Chiesa locale.
Infatti, ciascuno è chiamato a proclamare la salvezza operata da Cristo vivendo con gioia, serenità e semplicità il proprio servizio. Ogni servizio è prezioso se contribuisce alla crescita dell’amore della fede, della comunione e della speranza.
CASA DELLA CATTEDRA
Giovedì sera, evento storico ed evento spirituale si fonderanno nell’unica celebrazione della Dedicazione che supera il valore di anniversario per confermare invece quello pastorale e teologico che esso rappresenta e rimane immutato: la cattedrale è il “luogo in cui si siede” il vescovo perché vi è posta la càthedra, la sede fisica su cui tradizionalmente sedevano coloro che svolgevano un magistero e ricoprivano un riconosciuto ruolo di insegnamento. Nel linguaggio e nell’esperienza cristiani la cattedra indica la sede episcopale, posta nel presbiterio in posizione di rilievo, da cui il vescovo presiede la liturgia, spiega la Parola di Dio, parla alla sua comunità, benedice in nome di Dio… La chiesa cattedrale, l’ecclesia cathedralis, è dunque la “chiesa del vescovo”, dove egli convoca la diocesi (le persone) intorno a sé per ascoltare la Parola di Dio, per celebrare l’eucarestia centro e fondamento di ogni incontro ecclesiale, per inviare i credenti nella loro missione quotidiana di annuncio e di testimonianza…, per ricentrare la vita dei credenti su Cristo e sulla proposta che ogni giorno il Vangelo fa a ciascuno.
*parroco della cattedrale di Lecce e delegato arcivescovile ad omnia







