Il tema della regalità di Gesù è presente nella costruzione della scena della Crocifissione raccontata da Luca. Gli insulti che i capi del popolo, i soldati e uno dei due condannati insieme a Lui, rivolgono a Gesù crocifisso diventano un’implicita affermazione dei titoli che essi vogliono negare: Cristo di Dio, eletto, Re dei Giudei; la conferma viene dalla menzione del titulus crucis presente in tutti e quattro i Vangeli, dove si scriveva il motivo della condanna: anche questo diventa un’affermazione della regalità di Gesù. Il titolo di Messia, unto di Dio, dal verbo ebraico māšah, ungere, richiama la Prima Lettura dove leggiamo, in conclusione, che gli anziani di Israele “unsero Davide re di Israele”, anche questa è un’implicita affermazione della regalità di Gesù che è di discendenza davidica. Anche nelle parole dell’altro condannato, quello che la tradizione ci consegna come “buon ladrone”, troviamo l’affermazione della regalità di Gesù. Nelle parole di quest’uomo crocifisso con Gesù troviamo tre elementi: il richiamo al “cattivo ladrone” circa il timore di Dio, la consapevolezza di essere colpevoli e la consapevolezza che il terzo condannato, invece, è un innocente ingiustamente condannato. La capacità di riconoscere le proprie colpe e di sottoporsi al giudizio di Dio sono un atto di pentimento e l’inizio della conversione che si accompagna ad una preghiera rivolta a Gesù: “Ricordati di me, quando entrerai nel tuo regno”. Questa è la preghiera del moribondo che comprende che l’unica speranza è ormai il Signore. La risposta di Gesù è solenne e decisa e contiene una promessa che si realizza in un oggi concreto perché nel Vangelo di Luca la salvezza escatologica, cioè finale, ultima, si realizza già qui. La buona notizia per il ladrone è la comunione con Gesù nel regno dei giusti che il ladrone ha saputo riconoscere come “tuo regno”. Nell’inno della Lettera ai Colossesi che leggiamo nella Seconda Lettura si afferma al v.18 che il Figlio di Dio è “primogenito dai morti”, cioè il Figlio è risuscitato e la sua risurrezione è speranza per tutti i cristiani chiamati a partecipare al regno eterno di Dio, come il buon ladrone, primo dei risorti, dopo il Cristo, ha sperimentato.
Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico







