“Maria, come ogni mamma che conosce le nudità del figlio, copre con amore Gesù Bambino e copre anche le nostre nudità”! Parole pronunciate da papa Francesco che svelano il profondo legame che lo unisce alla Madonna Odegitria da lui contemplata nel corso del suo viaggio apostolico a Bari nel 2018. Di fronte all’immagine, custodita nella cattedrale, il Pontefice rimase in silenzio per circa dieci minuti. “Fu talmente colpito da quella icona che ne volle una copia da custodire nella sua camera da letto”, ricorda il parroco, don Franco Lanzolla, che lo scorso 4 marzo ha rinnovato la preghiera di pronta guarigione al Santo Padre insieme ai fedeli accorsi nella Basilica di San Sabino per celebrare la Madonna arrivata dal mare nell’VIII secolo.

Leggenda narra che due monaci, volendo metterla in salvo dalla iconoclastia dell’imperatore Leone III Iasaurico, decisero di portarla da Costantinopoli a Roma, dove l’avrebbero donata a papa Gregorio III. La nave sulla quale viaggiavano, però, fu colpita da una violenta tempesta. I superstiti trovarono riparo a Bari e l’immagine della Vergine, miracolosamente scampata al naufragio, fu così custodita nella cattedrale. Da quel momento la devozione a Maria (già venerata nella chiesa del centro storico dal V secolo) crebbe incommensurabilmente. E la tradizione di celebrarla, ancora più antica del culto di San Nicola, le cui reliquie arrivarono in Puglia nel 1087, si è tramandata, nei secoli, fino a oggi.

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“Noi della città vecchia – racconta Giuseppe, parrocchiano di 50 anni – siamo molto legati a questa immagine”, anche se l’icona che si venera oggi nella cattedrale di San Sabino non è quella originale, distrutta con l’arrivo dei saraceni, ma una copia realizzata nel ‘500 dal pittore putignanese Francesco Palvesino. Come dice il suo nome (dal greco, “colei che conduce indicando la direzione”) “ci guida nel nostro cammino, giorno per giorno”.

E c’è chi, in questo giorno di festa nel quartiere Murat, arriva anche da altre zone della città, come Vittorio, insegnante di 65 anni, che sgrana il rosario posando lo sguardo sull’icona che emerge, radiosa, da un fascio di tulipani gialli. “Sono onorato di venire qui e supplicarla in questo momento molto difficile. C’è sempre odio, divisione, rancore, lo vedo anche con i nostri ragazzi a scuola. C’è poco rispetto. Se non parte da noi un po’ di pace…ce la insegna lei”, dice indicando l’effigie.

“Siamo stati invasi dai turisti e probabilmente abbiamo un po’ tralasciato l’essenza e l’autenticità dei riti” racconta ancora Antonella, studentessa di 23 anni, accorsa nella cattedrale con l’intento di riscoprire le tradizioni della sua città.

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“Quella della Madonna Odegitria, patrona dell’arcidiocesi Bari-Bitonto, è una festa spirituale – spiega infatti il parroco, don Franco Lanzolla – un’occasione di preghiera, di cammino biblico. Il vescovo ha voluto che quest’anno, in occasione del Giubileo, fosse Maria la pellegrina”. Per circa 9 giorni la sua immagine ha fatto il giro dei vicariati. “Lei, che ha percorso la Via Crucis e la Via Lucis, è andata a trovare le comunità nelle periferie, gli ultimi, i lontani, fino a ritornare nel Murattiano dove è solitamente custodita. È lei che andata a cercare i figli per indicare la via della comunione. Lo stesso Papa Francesco – a cui ieri sera è stata rinnovata la preghiera per una pronta guarigione – in visita alla nostra chiesa nel 2018, si è fermato per quasi 10 minuti di fronte all’icona e ha voluto una copia di questa immagine davanti alla sua camera da letto. Perché, come San Nicola, è emblema di un profondo legame con le chiese d’Oriente”.

“Sentiamoci uniti in questo slancio di preghiera. Lasciamoci guidare dal Suo sguardo materno, dalla Sua presenza discreta, ma decisiva – ha ribadito l’arcivescovo della diocesi Bari-Bitonto, Giuseppe Satriano, durante l’omelia, dopo l’annuncio del Vangelo di Giovanni delle Nozze di Cana, sia in lingua italiana che greca.

Maria ci invita a volgere lo sguardo verso Cristo, l’unico che può trasformare l’acqua della nostra povertà in vino nuovo della vita piena. Maria è la stella luminosa nello smarrimento del vivere. E noi, in questo anno giubilare, camminiamo con Lei verso Cristo. Maria ci insegna la ‘postura’, ci invita ad alzare lo sguardo e a incrociare quello degli altri, ad andare oltre il bisogno personale, oltre lo scontato e ad avere la tenerezza come filtro. Ci insegna a guardare la realtà con gli occhi della fede, non a vedere ciò che manca, ma la possibilità di una trasformazione”.

Valeria De Simone

© www.agensir.it, venerdì 7 marzo 2025

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