Non si pensi che il Sinodo sia opera dell’uomo.
L’idea di come, dove camminare e come proseguire arrivano con un Soffio. Lo ha ribadito ancora una volta Papa Francesco, anche durante l’Incontro di giovedì 25 maggio 2023 con i referenti diocesani e i vescovi accorsi numerosi ed entusiasti da ogni diocesi d’Italia e accolti nell’Aula Paolo VI, nell’ambito della 77° Assemblea Generale della CEI, per ricaricarsi in vista della nuova Fase sinodale, detta Sapienziale (2023-2024 – rilettura spirituale delle narrazioni emerse, cercando di discernere «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» attraverso il senso di fede del Popolo di Dio): “È Lui, lo Spirito, il protagonista del processo sinodale, Lui, non noi! È Lui che apre i singoli e le comunità all’ascolto; è Lui che rende autentico e fecondo il dialogo; è Lui che illumina il discernimento; è Lui che orienta le scelte e le decisioni. È Lui soprattutto che crea l’armonia, la comunione nella Chiesa”.
Anche i referenti della nostra Chiesa particolare non si sono sottratti dal respirare tanta armonia (la cita il Pontefice ricordando san Basilio – cfr Discorso tenuto per l’occasione), in un clima di fratellanza, affiatamento e condivisione, accogliendo le parole del Pontefice come una preghiera incalzante “Andate agli incroci delle strade e chiamate tutti” (cfr Mt 22,9). Tutti: malati, non malati, giusti, peccatori, tutti, tutti dentro” e, insieme a tutti i presenti, prendono in consegna le “tre priorità per la Chiesa in relazione alla società, su come superare resistenze e preoccupazioni, sul coinvolgimento dei sacerdoti e dei laici e sulle esperienze di emarginazione”, difficoltà emerse da inizio Sinodo e incontrate lungo il cammino da tutti, ma che ci fanno tutti UNO. Dunque, “continuate a camminare, fare Chiesa insieme, essere una Chiesa aperta”.
Due giorni a Roma, accompagnati dallo Spirito e incoraggiati dai Vescovi, vissuti intensamente come momento di grazia da estendere all’equipe che lavora incessantemente nel farsi prossima a chiunque incontri, non rimarranno ricordi ma si faranno vita per le strade, svelando la bellezza dell’essere Chiesa in mezzo a tutti, in ogni luogo, “camminare cercando di moltiplicare la gioia, di non spegnere i fuochi che lo Spirito accende nei cuori (…) con l’intento di non disperdere quanto è stato raccolto e di avviare un discernimento ecclesiale”.
L’Assemblea a Roma è stata caratterizzata da più momenti significativi. Oltre a quello con Papa Francesco, infatti, anche i tavoli sinodali sono stati illuminanti. È qui che tutti i referenti diocesani presenti si sono confrontati sulle diverse esperienze vissute e sulle intuizioni da afferrare per proseguire, lasciandone traccia. Si è colto come il Cammino Sinodale abbia preso forma in ogni realtà grazie alla creatività di ciascuno. Della nostra Diocesi è stato riportato, in particolare, il frutto dei Cantieri corrispondenti alla 5 Sfide (peregrinanti nel Gargano) e il percorso fatto sia nelle scuole che per le strade.
I prossimi mesi saranno caratterizzati dalle conversazioni spirituali, in ascolto dello Spirito Santo attraverso la preghiera condivisa, in ascolto reciproco senza discussioni e dibattiti sterili ma al contrario fertili, per arrivare insieme a scelte motivate e concrete di trasformazione. Quello della conversazione spirituale è il metodo proposto, già verificato e da attuare, con cui si farà tesoro di quanto è stato rilevato/ascoltato finora e di quanto emergerà nelle comunità pastorali e nelle parrocchie, per quanto ci riguarda, riprendendo le Sfide definite da padre Franco Moscone nelle diverse vicarie e che vanno avanti speditamente.
Sarà la Parola di Dio a far Luce, tracciando Punti sui passi da mettere a terra nel proseguo del Cammino e al contempo arriverà altra luce dalle costellazioni, per non lasciare nulla in ombra.
Dunque, si lasciano i Cantieri della Fase Narrativa come operazione conclusa, ma i lavori sono in corso, per tornare a riveder le stelle…a partire da settembre 2023 con la Fase Sapienziale e di discernimento.
Se si pensa che questo Sinodo “ci chiama a diventare una Chiesa che cammina con gioia, con umiltà e con creatività dentro questo nostro tempo, nella consapevolezza che siamo tutti vulnerabili e abbiamo bisogno gli uni degli altri”, vuol dire che il volto nuovo della Chiesa non sarà di facciata ma di sostanza per essere più vicina a tutti e senza barriere. Ecco come il progetto si fa sempre più chiaro.
Le consegne da parte di Papa Francesco sono state prese: 1- continuare a camminare, 2- fare Chiesa insieme, 3- essere una Chiesa aperta, e i processi avviati, per piacere a Dio ma anche al Papa che chiede questo: “a me piacerebbe che in un percorso sinodale si prendesse sul serio questa parola “vulnerabilità” e si parlasse di questo, con senso di comunità, sulla vulnerabilità della Chiesa (…) mettendosi in ascolto di un’umanità ferita, ma, nel contempo, bisognosa di redenzione”. Lo sottolinea in riferimento alle carceri.
Ora, il senso di tutto questo, che sarà restituito nei prossimi mesi alla comunità, si sta concretizzando a partire da ogni singolo Cammino diocesano sempre più sinodale “con l’intento di non disperdere quanto è stato raccolto finora e di avviare un discernimento ecclesiale”.
Dai Cantieri alle Costellazioni il passo è breve…non anni luce!
Annamaria Salvemini