articolo tratto da vaticanews

Il Papa autorizza i decreti sulle virtù eroiche del vescovo di Molfetta e di altri cinque Servi di Dio. Saranno proclamati santi un sacerdote olandese morto a Dachau e una religiosa italiana, mentre diventeranno beati cinque sacerdoti francesi, uccisi nel 1871 durante la “Comune di Parigi”
 

Isabella Piro – Città del Vaticano

Don Tonino Bello non amava i titoli onorifici, tanto che da Antonio era diventato, semplicemente, Tonino. Ma il titolo di “venerabile” che assume oggi, con la promulgazione del decreto sulle sue virtù eroiche, racconta tutta un’altra storia: quella di una “Chiesa del grembiule”, ossia al servizio costante dei poveri e degli ultimi; quella di un cristiano “contempl-attivo, con due t,” come amava dire lui stesso, ossia colui che “parte dalla contemplazione e poi lascia sfociare il suo dinamismo, il suo impegno nell’azione”, colui che non separa mai preghiera e azione; la storia di una figura fortemente impegnata per la pace e la riconciliazione nel mondo.

L’impegno per la pace

Nato ad Alessano il 18 marzo 1935 e morto per tumore allo stomaco il 20 aprile 1993 a Molfetta, nella stessa diocesi che aveva guidato come vescovo dal 1982, don Tonino è stato anche presidente nazionale di “Pax Christi”: nominato nel 1985, si è impegnato fortemente per l’obiezione fiscale contro le spese militari e contro il piano di militarizzazione della Puglia, nonché per la pace durante la prima “Guerra del Golfo” e il conflitto nella ex-Jugoslavia. Indimenticabile anche il suo pellegrinaggio a Sarajevo nel dicembre del 1992: la città era devastata dalla guerra nei Balcani, ma don Tonino sfidò le bombe e, a capo di un gruppo di credenti e non credenti di diverse nazionalità, cercò di mettere in atto “un’altra Onu”, per dimostrare che vivere nella concordia è possibile.

Testimone di un Vangelo “scomodo”

Costantemente vicino alla sua gente, attento alle richieste di tutti i bisognosi, testimone di un Vangelo “scomodo”, che fosse segno di contraddizione rispetto alle storture della storia, il compianto vescovo pugliese è stato descritto da Papa Francesco con queste parole, pronunciate proprio a Molfetta nel 2018: don Tonino rivelava “il desiderio di una Chiesa per il mondo: non mondana, ma per il mondo, al servizio del mondo. Una Chiesa monda di autoreferenzialità ed estroversa, protesa, non avviluppata dentro di sé, non in attesa di ricevere, ma di prestare pronto soccorso; mai assopita nelle nostalgie del passato, ma accesa d’amore per l’oggi, sull’esempio di Dio”.