Il brano del Vangelo di questa domenica, IV del Tempo Ordinario, è la continuazione di quanto abbiamo già avuto modo di riflettere la volta scorsa: dopo aver ricevuto il Battesimo, Gesù giunge nella sua città natale e nella sinagoga di Nazareth, dove proclama un brano tratto dal capitolo 61 del profeta Isaia. Nel commentare questo brano, Gesù indica due punti salienti, riguardanti la sua missione: l’immagine del Messia e la potenza della parola di Dio. Il popolo d’Israele era consapevole della venuta del Messia, ma pensava che il Cristo si sarebbe manifestato secondo potenza, come un forte re, che avrebbe scacciato via coloro che occupavano il territorio d’Israele, riportandolo agli antichi splendori. Invece, quanto Gesù dice sorprende, poiché utilizza parole di grazia, non parla di vendetta, né paventa rivoluzioni, ma tutto prelude a un Dio che si presenta misericordioso. La meraviglia è ancor più grande poiché l’uomo Gesù è da tutti conosciuto, così come è nota anche la sua famiglia e, dunque, presentando Dio come misericordioso, il figlio di Giuseppe lascia intendere di pensarla diversamente anche dal proprio contesto famigliare, che lo ha condotto alla fede. Gesù è ben consapevole che la sua parola non troverà il favore degli abitanti della sua comunità d’origine. Li conosce bene, per questo pone in evidenza un aspetto molto importante della storia della salvezza: e, cioè, quando la Parola di Dio non trova accoglienza in alcuni, trova fertilità in altre persone. Parimenti, quando qualcuno fa di tutto per bloccarla, la stessa trova altre strade per diffondersi. Accade così nella vicenda di Elia ed Eliseo, della vedova di Sarepta, di Naaman il Siro, ma anche nel libro degli Atti degli Apostoli, in cui si verifica che quando la Parola viene rifiutata da una parte, trova accoglienza nell’altra. Come evidenziato nel commento di domenica scorsa, questo brano è un preludio di quanto accadrà a Gerusalemme, dove il Cristo sarà cacciato fuori dalla città per essere crocefisso, ma Egli, la Parola, non può essere fermato: “Ma egli, passando in mezzo a loro si mise in cammino”, a Gerusalemme invece lo contempleremo risorto:
Vola alta, parola, cresci in profondità,
tocca nadir e zenith della tua significazione,
giacché talvolta lo puoi. (Mario Luzi)
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