L’arte contemporanea ritorna a vivere nelle sale del Museo Diocesano di Molfetta con una collezione permanente composta da più di sessanta opere. Queste creazioni, frutto di generose donazioni da parte di artisti e collezionisti, confermano il Museo come punto di riferimento per la promozione e la valorizzazione dell’arte locale.
Dopo il successo della mostra temporanea di settembre 2023 dedicata a Giovanni Gasparro, prima personale dell’artista pugliese, e della successiva esposizione di opere di Vito Zaza, fortemente apprezzata per i temi sociali affrontati negli scorsi mesi, i nuovi spazi espositivi e le aule didattiche ospiteranno una sezione permanente di arte contemporanea, offrendo un dialogo tra passato e presente, tra le opere dei giaquinteschi del XIX secolo e le espressioni artistiche dei nostri giorni.
Tra gli artisti in mostra figurano nomi come Filippo Antonio Cifariello, Giulio Cozzoli, Lorenzo Mastropasqua, Liborio Romano, Leonardo Minervini, Nino Ronca, Franco Poli, Franco d’Ingeo, Gaetano Grillo, Franco Valente, Ignazio Gadaleta, Michele Zaza, Marisa Carabellese, Antonia Bufi, Michele Paloscia, Patrizia Ricco, Giovanni Morgese, Pietro de Scisciolo, Pantaleo Mezzina, Natale Addamiano e Cosmo Damiano Allegretta. Questa ricca raccolta offrirà ai visitatori uno sguardo affascinante sull’evoluzione della produzione artistica di Molfetta e dei suoi dintorni.
Nel frattempo, il Museo si prepara a un altro importante appuntamento: la mostra dedicata a Salvatore Salvemini, che si terrà dal 22 novembre 2024 al 26 gennaio 2025, in occasione del centenario della nascita dell’artista. L’esposizione, intitolata Salvatore Salvemini. Alle radici della pittura, è organizzata dagli eredi in collaborazione con la Fondazione Museo Diocesano e curata da Gaetano Centrone e Ignazio Gadaleta. L’inaugurazione ufficiale si terrà venerdì 22 novembre alle ore 18.30, un evento aperto a tutta la cittadinanza.
Salvatore Salvemini, nato nel 1925, ha saputo indagare con profondità l’essere umano attraverso la rappresentazione della natura e del paesaggio. Le sue opere raccontano la vita dei contadini, dei pescatori e delle madri proletarie, portando sulla tela la condizione sociale del Sud Italia. Nel corso degli anni Sessanta, Salvemini abbraccia una ricerca pittorica di impegno civile, affrontando tematiche come la lotta operaia e le battaglie ecologiche, in un contesto di profonda crisi sociale e perdita di certezze.
Le opere di Salvemini, come i pannelli monumentali de Le radici, rappresentano la crisi del suo mondo, depurato dai colori vivaci e ridotto all’essenziale. Questo linguaggio visivo intende esprimere una ricerca intima e profonda sul significato della vita e della storia. La mostra presenterà oltre trenta opere che permetteranno di riscoprire questo grande indagatore dell’animo umano.
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