All’inizio del tempo di Quaresima, Portalecce offre ai suoi lettori il Messaggio che l’arcivescovo Michele Seccia ha inviato a tutta la comunità diocesana. Buona meditazione. E buona Quaresima.
Carissimi figli amati di questa Santa Chiesa di Lecce,
con l’austero simbolo dell’imposizione delle Ceneri, inizia il nostro cammino penitenziale quaresimale in cui la Chiesa ci invita a lasciarci illuminare dalla Parola di Dio; ci sprona a invertire il senso di marcia della nostra vita – Convertitevi! -; ci incoraggia ad affrettare i nostri passi verso il sepolcro vuoto e a lasciarci avvolgere dalla luce di salvezza che irradia dall’alba del giorno di Pasqua.
Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino (Sal.118,105), è l’atto di fede del Salmista ed è salda garanzia per tutti noi che abbiamo scelto, con non poca fatica, di seguire il Signore fin sul Calvario e ancora più su, fino alla vittoria sulla morte. Fino al dono della vita nuova. Della vita da risorti.
E allora, questa Quaresima – che io stesso, per buona parte, vivrò in mezzo a voi continuando nelle prossime settimane il “pellegrinaggio” della Visita Pastorale – può davvero essere un cammino di grazia e di comunione con il Signore e tra di noi.
Non a caso, “Camminare in una vita nuova” (Rm 6,4), è il versetto della Lettera ai Romani che il Santo Padre quest’anno ha scelto per le 24 ore per il Signore e che vivremo a livello diocesano alla fine della III settimana di Quaresima in Cattedrale. Quello di Paolo è un invito da prendere sul serio. È un appello a camminare in una vita trasformata dallo Spirito e rinnovata utilizzando gli strumenti che il tempo liturgico mette a nostra disposizione: la preghiera, la penitenza, la carità.
Ma come fare? Come trasformare la nostra quotidianità in vita ispirata al Vangelo?
Consentitemi di offrirvi semplici tracce prese in prestito dalla tradizione dei Padri, dagli insegnamenti di Papa Francesco ma anche dalla mia non breve e variegata esperienza di pastore. Per chi vorrà vivere in pienezza questo tempo, l’ascolto e la preghiera dovranno diventare corsie preferenziali sulle quali immettersi per portare a compimento il cammino verso Pasqua.
Continuare o riprendere la buona pratica della Lectio Divina è un metodo ben collaudato per far convergere le due esperienze. Pregare la Scrittura e con la Scrittura, permette alla Parola di Dio di penetrare il cuore e di coltivare la relazione intima col Signore. Un modo molto semplice di pregare, praticato dai primi monaci, utilizzato da tanti santi e da tutti coloro che hanno desiderato nutrirsi della Parola che salva, restando in perenne contatto con Dio. È questa la vera contemplazione!
“La preghiera è luce dell’anima – scriveva Giovanni Crisostomo –, vera conoscenza di Dio, mediatrice tra Dio e l’uomo. L’anima, elevata per mezzo suo in alto fino al cielo, abbraccia il Signore con amplessi ineffabili. Come il bambino, che piangendo grida alla madre, l’anima cerca ardentemente il latte divino, brama che i propri desideri vengano esauditi e riceve doni superiori ad ogni essere visibile”. (Giovanni Crisostomo, Omelie, Om. 6 sulla preghiera; PG 64, 462-466.). Pagine di santità, impregnate di spiritualità orientale, scritte con l’inchiostro della conoscenza intima e dell’amore per il Signore. Per noi, altro non possono essere che una chiamata all’impegno a costruire, giorno per giorno, quella relazione con Colui che è capace di cambiare la vita.
“La Quaresima – scrive il Papa nel Messaggio per la Quaresima di quest’anno – è il tempo di grazia in cui il deserto torna a essere – come annuncia il profeta Osea – il luogo del primo amore (cfr. Os 2,16-17). Dio educa il suo popolo, perché esca dalle sue schiavitù e sperimenti il passaggio dalla morte alla vita. Come uno sposo ci attira nuovamente a sé e sussurra parole d’amore al nostro cuore. Un viaggio del cuore, un viaggio per tornare al nostro primo amore, dunque: “Stracciatevi il cuore e non le vesti” (Gl 2,13) così il profeta Gioele ci invita ad intraprendere la strada penitenziale.
Con la forza dello Spirito che spinse Gesù nel deserto, iniziamo, allora, questo santo cammino quaresimale nella nostra Chiesa di Lecce. Iniziamolo manifestando il forte desiderio della preghiera: “Signore, insegnaci a pregare” (Lc 11,1), divenga un’invocazione costante in questa Quaresima. Passando per le vostre comunità e incontrando nei colloqui tante persone, spesso ho percepito da un lato l’incapacità di avere un dialogo con il Signore; dall’altro un forte desiderio di imparare a pregare. “Padre, come si fa?”, mi ha chiesto una mamma.
Ai sacerdoti, ma anche alle comunità religiose, specie a quelle che vivono a contatto con le famiglie per via di attività educative o sociali, chiedo di tornare alle “scuole di preghiera”. Il Papa ha voluto il 2024 come “Anno della preghiera” in preparazione al Giubileo del 2025. Prima della pandemia lo abbiamo fatto a livello diocesano: sarebbe bello che in piccoli gruppi, raccogliendo l’invito del Santo Padre, si riprendessero questi percorsi di crescita spirituale, personale e comunitaria. In passato, soprattutto fra i giovani, da esperienze come queste, sono nate e fiorite anche vocazioni alla vita sacerdotale e alla vita consacrata.
La Quaresima, primavera dello spirito, è una provvidenza anche per promuovere percorsi di catechesi sulla preghiera, avendo come punto di riferimento la parte quarta del Catechismo della Chiesa Cattolica (nn.2558-2865). Senza trascurare, ovviamente, di accostarsi ai Sacramenti che sono il tesoro più prezioso della Chiesa: “approfittare” dell’infinita misericordia di Dio per prepararsi degnamente ad incontrare il Signore risorto nell’abbraccio di pace.
Accolgo con vera gioia, a tal proposito, l’iniziativa diocesana per consentire ai più giovani di vivere la Quaresima. Il percorso indicato dagli incontri settimanali di “Why not? Cercati nella quotidianità” va nella giusta direzione dell’ascolto, della preghiera e della testimonianza.
Non dimentichiamo poi che, come comunità diocesana, siamo inseriti nel grande Cammino Sinodale della Chiesa universale. Benvenuti, dunque, a “I Martedì di Quaresima”. Avremo per tre serate, la possibilità di conoscere dalla viva voce di tre testimoni, tre modi diversi di comunicare la fede utilizzando i linguaggi più consoni ai tempi che viviamo e costruire la sinodalità nelle nostre realtà ecclesiali.
Vi aspetto numerosi: abbiamo tanto bisogno di andare oltre le apparenze e approfondire le ragioni della nostra fede per fare in modo che anche il nostro impegno divenga testimonianza viva in famiglia, sul posto di lavoro, tra gli amici. In ogni ambiente che la vita ci porta a frequentare.
“Invito ogni comunità cristiana a fare questo – scrive a proposito il Papa nel Messaggio per la Quaresima -: offrire ai propri fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita; darsi il tempo per verificare la propria presenza nel territorio e il contributo a renderlo migliore. Guai se la penitenza cristiana fosse come quella che rattristava Gesù. Egli dice anche a noi: «Non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano» (Mt 6,16).
Per ultimo, ma non per importanza, sono certo che l’esperienza di ascolto orante ci chiederà di non restare fermi e chiusi nelle nostre egoistiche sicurezze, di curare tutti i sintomi dell’indifferenza che albergano nel nostro cuore, ad aprire la porta a chiunque abbia il coraggio di bussare. La Caritas diocesana ci invita anche quest’anno a vivere la “Quaresima di Carità” lanciando il Progetto “SosteniaAMOli”, un’iniziativa in favore di coloro che hanno scontato la pena in carcere, che spesso necessitano di un alloggio temporaneo. Non facciamocelo ripetere troppe volte: ogni povero che incontriamo ha per noi il volto di Gesù.
Affidiamo a Lui, all’inizio di questo tempo di grazia, i nostri desideri perché possa purificarli, per poter giungere al giorno di Pasqua in maniera rinnovata, accogliendo la novità che il Signore risorto porta nella vita dell’uomo.
Presentandovi a Dio nella preghiera, invoco la sua benedizione su tutta la comunità diocesana.