
Lastra a Signa (Firenze), 1 marzo 2025
Eccellenza Reverendissima, carissimo don Giovanni,
Ho appreso con grande tristezza della morte di don Tony Falcone e sono vicino in questo momento a Lei e a tutta la comunità diocesana, che affida al Signore questo suo amato figlio e sacerdote.
Non potendo essere presente per il rito funebre, desidero scrivere qualche riga per ricordare le sue qualità e la sua dedizione pastorale.
Don Tony è stato un uomo pienamente dedicato al servizio del popolo di Dio attraverso i vari servizi pastorali che ha ricoperto nel corso degli anni.
Per prima cosa voglio sottolineare la sua fedeltà alla figura del vescovo, che ha sempre rispettato e con cui ha dialogato in maniera costruttiva, avendo a cuore il bene della Diocesi. Una particolare attenzione filiale ha riservato a mons. Settimio Todisco, al cui fianco è stato come segretario personale e che ha continuato a visitare fino a che le condizioni di salute glielo hanno permesso.
È stato poi un grande amante della musica liturgica, ha dedicato il suo tempo e le sue forze agli albori del coro Arcivescovile San Leucio e ha organizzato anche negli anni in parrocchia un coro per l’animazione della liturgia e di momenti culturali. Ricordo che ogni celebrazione terminava con un canto mariano e mi ha sempre colpito la partecipazione attiva di tutta l’assemblea, a partire dai bambini: la chiesa quasi tremava per il fragore delle voci!
Certamente il servizio pastorale di don Tony viene in gran parte associato al tempo trascorso nella parrocchia di San Michele Salentino. Pur avendo svolto due decenni di ministero a favore di quella comunità, non si è mai stancato, anzi ha portato avanti con passione e innovazione la vita pastorale: ne è un esempio la cura delle chiese, di cui due sono state consacrate durante il mio mandato episcopale, i lavori di ristrutturazione e ampliamento della sede parrocchiale, la promozione dell’oratorio come luogo di aggregazione e di crescita non solo nella fede, ma anche nella cultura e nel dialogo civico. Credo che l’intera cittadina di San Michele Salentino sia cresciuta grazie all’impegno del suo parroco, che è riuscito a inculcare la fede cristiana nel tessuto sociale e a far dialogare su temi culturali di attualità la popolazione tutta.
Don Tony è stato anche un uomo di preghiera: la viveva personalmente e la trasmetteva ai fedeli. Molti lo ricorderanno per la sua attenzione agli aspetti devozionali e popolari, che egli ha sempre difeso come aspetti di una formazione culturale della nostra società, ma non va trascurato che, oltre tutto ciò, lo muoveva specialmente l’amore per l’Eucaristia celebrata e adorata e per il sacramento della riconciliazione, che ha ampiamente messo a disposizione dei fedeli.
La proposta pastorale liturgica è stata sempre accompagnata dalla cura per le esigenze concrete dei fedeli, in particolare attraverso gli sforzi della Caritas parrocchiale e del centro di ascolto, che ha cercato di rendere particolarmente efficiente.
C’è un punto, tuttavia, che voglio sottolineare su tutti: l’amore di don Tony per le vocazioni agli ordini sacri e alla vita religiosa. Durante il suo mandato di parroco a San Michele, il Signore ha scelto per sé molti dalla comunità locale: sono il dono della preghiera che il parroco chiedeva a tutti i fedeli con grande costanza, ma anche il frutto del suo personale impegno nel sostenere, nel consigliare e nello spronare i giovani nei quali egli vedeva germogliare un interesse per seguire da vicino il Signore. Credo che il suo zelo in questo ambito debba essere ricordato e sviluppato anche da tutti noi.
Molta generosità e passione ha messo per il lungo servizio di animazione diocesana delle Confraternite, che ha cercato di curare anche sotto il punto di vista formativo. Si è particolarmente dedicato al coordinamento dei sacerdoti della vicaria di San Vito, di cui è stato più volte votato come vicario foraneo, garantendo il sostegno, la mediazione e lo svolgimento dei programmi pastorali diocesani.
Non posso, infine, che portare la mia personale gratitudine per le attenzioni che mi ha dimostrato a partire dal giorno in cui, terminato il mio mandato pastorale in Diocesi, sono andato a vivere a San Michele Salentino. Ho cercato di rimanere nel silenzio e nella discrezione, senza procurare alcun intralcio al suo ruolo di parroco, ma lui stesso mi ha più volte invitato ad aiutarlo nelle celebrazioni, nella predicazione, nelle confessioni e anche a presiedere il triduo pasquale; non mi ha mai fatto mancare il suo aiuto per le piccole esigenze quotidiane e pratiche che mi sono trovato ad affrontare.
La salute di don Tony, purtroppo, è stata più volte precaria, ma egli ha sempre reagito con coraggio di fronte alle difficoltà. Adesso il Signore lo ha chiamato a sé, donandogli la pace. Sono certo che la Beata Vergine Maria, verso cui don Tony era particolarmente devoto, l’ha accompagnato dalla nel passaggio verso la patria celeste.
Il Signore conceda gioia eterna all’anima di don Tony e rechi consolazione a tutti i fedeli che da vicino hanno goduto del suo servizio pastorale. Per tutti i sacerdoti, inoltre, resti l’esempio di infaticabile zelo che egli ha avuto nel portare il Vangelo nella vita quotidiana a ogni credente.
Unendomi alla preghiera di tutta la Diocesi per don Tony, saluto Lei, Eccellenza, e tutta la comunità di Brindisi-Ostuni,
+ Domenico Caliandro
Arcivescovo emerito Brindisi – Ostuni