DIOCESI DI CASTELLANETA
RESTITUZIONE DIOCESANA DELLA FASE PROFETICA
28 febbraio 2025
La diocesi Castellaneta, dopo un primo discernimento effettuato in seguito alla lettura dello “Strumento di lavoro per la Fase Profetica”, ha ritenuto di dover focalizzare l’attenzione solo su 4 schede di quelle proposte, optando di coinvolgere per ognuna di esse alcuni Organismi di partecipazione parrocchiale/vicariale/diocesana e nello specifico:
Scheda | Organismo coinvolto |
· n. 8 – Formazione alla vita e alla fede nelle diverse età | il Consiglio Presbiterale |
· n. 10 – Rinnovamento dei percorsi di Iniziazione Cristiana | i Consigli Pastorali Parrocchiali e degli Affari Economici presenti nelle otto Vicarie della Diocesi e successivamente il Consiglio Pastorale Diocesano |
· n. 14 – Organismi di partecipazione | il Consiglio Presbiterale e il Consiglio Pastorale Diocesano (in seduta congiunta) |
· n. 17 – Il rinnovamento della gestione economica dei beni. | i Consigli Pastorali Parrocchiali e degli Affari Economici presenti nelle otto Vicarie della Diocesi e successivamente il Consiglio Pastorale Diocesano |
In ogni contesto, i lavori si sono svolti in un clima di fraterna collaborazione, nel quale i temi scelti per la condivisione hanno fatto scaturire interessanti spunti di riflessione che vengono di seguito sintetizzati per il successivo utilizzo da parte del Comitato Nazionale del Cammino Sinodale.
SCHEDA N° 8 – Formazione alla vita e alla fede nelle diverse età
Dopo aver preso spunto dai riferimenti biblici e dai contributi offerti dallo Strumento di lavoro, si è deciso di privilegiare, tra le possibili scelte a livello diocesano, il punto “B” e, nei raggruppamenti di Chiese (a livello regionale), la lettera “G”.
Dalla riflessione sono emersi i seguenti elementi:
- Necessità e coraggio di un cambiamento concreto di mentalità, in particolare per i presbiteri, e di una formazione/accompagnamento specifico rivolto ai fedeli laici.
- Dare continuità ai progetti pastorali, evitando di rinchiudersi in consuetudini che limitino la proposta.
- Riconoscere le risorse presenti nelle comunità (nella varietà dei doni e dei carismi) e orientarsi verso dinamiche di tipo esperienziale.
- Superare il limite, nei cammini di fede, di una formazione rivolta esclusivamente a bambini e ragazzi.
- Porre al centro la dinamica delle relazioni, evitando uno sbilanciamento sulla ministerialità presbiterale.
- Ristrutturare la vita pastorale della diocesi e delle comunità parrocchiali secondo il modello mistagogico dell’anno liturgico.
- Individuare alcune parrocchie “pilota” sul territorio diocesano che possano incarnare e attuare un modello formativo rinnovato, attento ai “lontani” e a chi rimane “sulla soglia”, così da superare una pastorale incentrata unicamente sugli eventi.
SCHEDA N° 10 – Rinnovamento dei percorsi di Iniziazione Cristiana
Dal lavoro svolto nelle otto Vicarie della Diocesi, pur nell’eterogeneità delle sollecitazioni emerse, è stato tuttavia possibile convergere sulle seguenti indicazioni corrispondenti ai punti: “C”; “E”; “F”.
Per il punto “C”:
- È fondamentale chiarire che l’iniziazione cristiana non può essere affidata solo ai catechisti, ma rientra nella responsabilità di tutta la comunità. Il dialogo deve coinvolgere tutti i settori: dall’associazionismo cattolico (ad esempio AC, Agesci) ai diversi ambiti pastorali (Carità, Liturgia, ecc.). Per concretizzare tale orientamento, è necessario partire da una programmazione condivisa, capace di superare il modello nozionistico-scolastico e di proporre attività ed esperienze aggregative che motivino i ragazzi e le loro famiglie a una gioiosa sequela del Vangelo.
- Spesso la Parrocchia fatica a comunicare efficacemente le proprie attività, anche quando queste sono interessanti e creative, a causa di un linguaggio inadeguato. Diventa pertanto essenziale investire nel rinnovamento dei processi formativi sia per presbiteri/diaconi/religiosi sia per i laici, al fine di formare persone in grado di leggere i segni dei tempi e tradurli in concreti segni di speranza.
- Per incentivare la partecipazione a tali percorsi formativi, si suggerisce, quando possibile, di favorire la modalità online.
Per il punto “E”:
- Pur riconoscendo la necessità di coinvolgere maggiormente gli adulti, si evidenzia una forte difficoltà nel realizzare tale coinvolgimento. In particolare, i genitori dei ragazzi, spesso, non ritengono “appetibili” le proposte provenienti dalle parrocchie, anche a causa della scarsa competenza nella gestione di momenti di condivisione rivolti a persone adulte.
- Per questo motivo, si auspica un aumento dei percorsi formativi che offrano strumenti utili all’organizzazione e gestione di incontri “con” e “per” gli adulti.
Per il punto “F”:
- Questa attività richiede un approccio attento, sensibile e orientato al coinvolgimento dinamico e comunitario delle persone.
- Un primo passo consiste nel formare un’équipe di accompagnamento a livello di Vicaria, in cui i rappresentanti di ciascuna Parrocchia, coinvolti in questo servizio, possano incontrarsi periodicamente per elaborare e attuare percorsi che tengano conto delle necessità specifiche del territorio. Tale lavoro esige ascolto, accompagnamento costante ed empatia, rivolti prima di tutto alle giovani coppie di fidanzati, poi a quelle di sposi e infine ai genitori.
- Accompagnare costantemente alla fede significa far fronte alle esigenze spirituali, educative, emotive e pratiche. In tale prospettiva, vanno considerate anche le giovani coppie che sperimentano il dono della genitorialità pur vivendo in convivenza, aiutandole a intraprendere un cammino di riscoperta della bellezza sacramentale.
- Qualsiasi percorso di Pastorale Familiare deve nascere dalle necessità concrete dei soggetti coinvolti. L’organizzazione di corsi di catechesi per genitori, laboratori creativi per bambini o gruppi di supporto per neogenitori ha senso solo se si tengono presenti le diverse dinamiche familiari, adattando ogni proposta per garantire flessibilità.
- Per realizzare tutto ciò è necessaria una conversione personale e comunitaria, oltre a una formazione permanente, riscoprendo valori come ospitalità e accoglienza.
SCHEDA N° 14 – ORGANISMI DI PARTECIPAZIONE
Dal confronto congiunto dei due Organismi di partecipazione (Consiglio Presbiterale e Consiglio Pastorale Diocesano) sono state selezionate le proposte individuate dai punti: “B”; “D”; “E”; “I”.
- La scelta è stata motivata da due focus emersi: il raccordo tra gli organismi e la formazione-informazione tra gli stessi, secondo i principi di condivisione e corresponsabilità (a partire dal discernimento comunitario), nonché di trasparenza.
- Una criticità rilevata, che si ritiene imprescindibile considerare, è la necessità di “conversione pastorale delle strutture” e di “superamento del clericalismo”. Di conseguenza, risulta indispensabile formarsi “insieme”, presbiteri e laici, per comprendere e attuare la partecipazione ecclesiale. Allo stesso modo occorre prestare attenzione alla verifica dell’effettiva realizzazione di quanto deciso, distinguendo i tempi di programmazione, esecuzione e verifica.
- È fondamentale individuare forme e modalità per tradurre la proposta sinodale in scelte operative, coinvolgendo i vari soggetti interessati. Ad esempio, nella nostra Diocesi uno dei frutti del percorso sinodale è stata la condivisione a livello vicariale (emersa già durante i tavoli sinodali del primo anno “narrativo”), realizzata tramite gli organismi di partecipazione delle diverse comunità parrocchiali di una stessa Vicaria. Il passo successivo, maturato nell’anno “sapienziale”, consiste nella costituzione stabile dei Consigli Pastorali Vicariali, per i quali è stato avviato l’iter di redazione di uno statuto o linee operative. L’obiettivo è favorire una “pastorale integrata” che accolga le istanze pastorali attuali, non più vincolate in senso stretto al territorio (logica dei confini) delle singole parrocchie.
- Un altro aspetto promosso dal percorso sinodale è la ricostituzione della Consulta delle Aggregazioni Laicali (sia a livello diocesano sia vicariale), al fine di favorire comunicazione e condivisione tra i vari percorsi pastorali.
SCHEDA N° 17 – Il rinnovamento della gestione economica dei beni
Nel lavoro di riflessione e discernimento svolto dai membri dei diversi Consigli per gli Affari Economici Parrocchiali, è emersa – nella maggior parte dei casi – l’urgenza di affrontare i temi indicati nei punti “C” ed “E”.
Per il punto “C”:
- La prospettiva delineata mira a formare operatori che possano coadiuvare la Chiesa nelle scelte economiche, finanziarie e gestionali. Così come in ogni famiglia si sostengono spese per il proprio cammino, anche nella Chiesa (Casa della Comunità) occorre far fronte a diverse necessità, impiegando le risorse in modo oculato e trasparente a sostegno della missione caritativa, pastorale e sociale.
- Per superare eventuali pregiudizi, è opportuno organizzare incontri periodici che informino circa la gestione delle risorse provenienti annualmente dall’8×1000 e dalle offerte (erogazioni liberali).
- Si auspica che, rendendo la gestione delle risorse sempre più trasparente e condivisa, ogni comunità possa aprirsi a una più autentica corresponsabilità. I beni comuni, a partire dagli stessi edifici di proprietà, vanno tutelati e utilizzati correttamente.
- Si ritiene inoltre utile costituire “fondi comuni di solidarietà” per avviare attività sociali mirate a riqualificare gli immobili parrocchiali abbandonati, incoraggiando i fedeli a compiere lasciti ed erogazioni.
Per il punto “E”:
- Promuovere, a livello parrocchiale, vicariale e diocesano, incontri formativi, confronti periodici e buone pratiche in materia di sostenibilità economica, finanziaria, patrimoniale e ambientale, al fine di creare modelli di autofinanziamento.
- Coinvolgere professionisti del settore per realizzare percorsi formativi volti a supportare gli operatori pastorali nella ricerca di finanziamenti e nella partecipazione a bandi, individuando nuove metodologie di raccolta fondi da destinare a opere di carità, al culto e ad altre attività pastorali o sociali.