La Giornata dei poveri che ha come tema «La preghiera del povero sale fino a Dio» (cfr. Sir 21,5) ci prepara anche all’inizio del Giubileo e rappresenta per tutte le comunità cristiane un’occasione straordinaria di animazione.
Il Papa ci fa considerare il profondo significato spirituale della preghiera dei poveri. Attingendo alla saggezza biblica, in particolare dal Libro del Siracide, sottolinea che le grida degli emarginati e dei sofferenti sono ascoltate direttamente da Dio. Ricordiamoci che «quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. […] Questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 2). Il Papa collega i temi della povertà, dell’umiltà e della fede, sostenendo che i poveri, nella loro vulnerabilità, spesso possiedono un’intuizione spirituale unica e una grande fiducia nella provvidenza divina.
Esaminando la vita dei poveri e il loro rapporto unico con Dio, Papa Francesco ci invita a riflettere sulle nostre pratiche spirituali e ad approfondire l’impegno per la giustizia sociale. In definitiva egli sollecita la comunità cristiana all’obbligo morale di prendersi cura dei membri più vulnerabili della società e ricorda che la preghiera dei poveri è una forza per un profondo cambiamento spirituale e sociale. Il discorso del Pontefice è un invito all’azione, esortando i fedeli non solo a pregare per i poveri, ma anche a impegnarsi attivamente nel servirli e nel sostenere i loro diritti. La preghiera, quindi, trova nella carità che si fa incontro e vicinanza la verifica della propria autenticità. Se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana; infatti «la fede senza le opere è morta» (Gc 2,26). Tuttavia, la carità senza preghiera rischia di diventare filantropia che presto si esaurisce. «Senza la preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima profonda, si riduce ad un semplice attivismo» (Benedetto XVI, Catechesi, 25 aprile 2012). Dobbiamo evitare questa tentazione ed essere sempre vigili con la forza e la perseveranza che proviene dallo Spirito Santo che è datore di vita, incarnando lo spirito di servizio esemplificato da santi come Madre Teresa di Calcutta e San Benedetto Giuseppe Labre.
Attraverso la pedagogia dei fatti, siamo chiamati a educare alla carità; ciò significa impegnarci e aiutarci reciprocamente, sia come singoli cristiani sia come comunità, a tradurre in azioni concrete il progetto di Dio. «Ogni cristiano e ogni comunità sono chiamati ad essere strumenti di Dio per la liberazione e la promozione dei poveri, in modo che essi possano integrarsi pienamente nella società; questo suppone che siamo docili e attenti ad ascoltare il grido del povero e soccorrerlo» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 187) . Un grazie a tutte le comunità parrocchiali che rispondono sempre con tanto impegno nel condividere le proposte della Diocesi, attraverso i vari uffici, che operano in feconda sinergia. Benefica è anche l’iniziativa del Prestito di Soccorso che la Fondazione De Grisantis utilizzerà per sostenere le famiglie o i piccoli operatori sovraindebitati, le persone migranti che sono sul territorio, il sostegno allo studio che si svolge in alcune comunità, le attività di incontro tra generazioni negli oratori, ecc..
In questa giornata saranno promosse alcune iniziative quali: l’adorazione eucaristica nella settimana che precede la giornata; il pranzo di convivialità nelle quattro foranie, coinvolgendo possibilmente le istituzioni e il terzo settore, oltre ad alcune persone che sosteniamo con l’aiuto alimentare e altri servizi.
Domenica 17 novembre, durante le celebrazioni eucarestiche, potrà essere organizzata una raccolta di materiale per l’igiene personale per i detenuti più bisognosi del carcere Borgo San Nicola di Lecce. Il materiale per l’igiene personale raccolto (saponi, spazzolini, dentifrici, shampoo, bagnoschiuma, rasoi monouso) sarà consegnato alla Caritas Diocesana- Piazza Cappuccini n. 15 Tricase-, che lo farà pervenire ai carcerati, attraverso la Cappellania e i volontari Caritas impegnati nel carcere.
“In cammino verso il Giubileo 2025, esorto ognuno a farsi pellegrino di speranza, ponendo segni tangibili per un futuro migliore. Non dimentichiamo di custodire «i piccoli particolari dell’amore» (Esort. ap. Gaudete et exsultate, 145): fermarsi, avvicinarsi, dare un po’ di attenzione, un sorriso, una carezza, una parola di conforto… Questi gesti non si improvvisano; richiedono, piuttosto, una fedeltà quotidiana, spesso nascosta e silenziosa, ma resa forte dalla preghiera. In questo tempo, in cui il canto di speranza sembra cedere il posto al frastuono delle armi, al grido di tanti innocenti feriti e al silenzio delle innumerevoli vittime delle guerre, rivolgiamo a Dio la nostra invocazione di pace. Siamo poveri di pace e tendiamo le mani per accoglierla come dono prezioso e nello stesso tempo ci impegniamo a ricucirla nel quotidiano. (Papa Francesco, Messaggio GMP 2024, n.9).
Fraterni saluti.
Ugento,31/10/2024
Il Direttore
Don Lucio Ciardo
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