Indirizzo di saluto al card. Matteo Maria Zuppi all’inizio della Messa
celebrata presso la tomba del Venerabile don Tonino Bello
nel 30 anniversario della sua morte
cimitero di Alessano, 20 giugno 2023. 

Eminenza Rev. ma,

grande è la gioia della nostra Chiesa di Ugento S. Maria di Leuca di poter celebrare con lei questa liturgia eucaristica presso la tomba del Venerabile don Tonino Bello, nel trentesimo anniversario del suo dies natalis. Lei è già stato nella nostra Diocesi, precisamente a Tricase il 30 ottobre 2019 in occasione della presentazione del libro di don Tonino Sulla tua parola, al quale aveva voluto dedicare una sua presentazione. 

Questa visita assume però un significato tutto particolare. Ritentiamo, infatti, che sia il prosieguo e il prolungamento della celebrazione eucaristica da lei presieduta nella Cattedrale di Molfetta, il 20 aprile ultimo scorso, alla quale ho partecipato insieme ad alcuni sacerdoti, al sindaco di questo paese, ai familiari di don Tonino, al Presidente e ad alcuni membri della Fondazione e a un gruppo di laici della nostra Diocesi. Risuonano ancora nel nostro animo alcune espressioni della sua omelia, particolarmente incisiva e toccante. Soprattutto ci è di sprone il suo invito a chiedere perdono a don Tonino se non siamo stati capaci di mettere in pratica i suoi insegnamenti.  

Pensiamo anche che questo momento celebrativo sia una eco della storica visita di Papa Francesco, il 20 aprile 2018, e della sua silenziosa preghiera davanti a questa tomba. Il raccordo con quell’avvenimento è chiaramente visibile non solo per il fatto che lei rappresenta la Chiesa italiana nella sua qualità di Presidente della Conferenza episcopale italiana, ma anche per il recente e delicatissimo compito che il Papa le ha affidato nominando la sua persona suo Delegato Speciale, per promuovere la pace in Europa, creando le condizioni più favorevoli per un rinnovato e fruttuoso dialogo tra le parti.       

Con fermo proposito 

Tenendo conto di questi eventi comprendiamo il motivo, il modo e lo spirito della sua presenza in mezzo a noi. Non si è trattato solo della risposa a un invito, ma di una sua precisa volontà di venire a pregare presso la tomba del Venerabile don Tonino Bello; una decisione assunta “con fermo proposito e ardente desiderio”. 

Con fermo proposito. L’espressione riprende il titolo della lettera enciclica di san Pio X (Il fermo proposito, 11 giugno 1905), e, nel nostro caso, indica la sua ferma decisione di sostare in preghiera presso alla tomba di don Tonino, Vescovo che ha incarnato il Concilio Vaticano II per sentire la sua vicinanza in questo particolare momento della nostra vita ecclesiale. Stiamo infatti vivendo il cammino sinodale, finalizzato a un profondo rinnovamento delle comunità cristiane sulla scia degli insegnamenti conciliari e in sintonia con la linea pastorale tracciata dal magistero di Papa Francesco. Oggi ci stringiamo attorno a lei e, insieme con lei, preghiamo don Tonino di sostenerla nel suo compito di guida della Chiesa italiana. 

Con desiderio ardente 

Con desiderio ardente. Questa seconda espressione riprende le parole di Gesù nell’ultima cena: «Desiderio desideravi», «Ho desiderato ardentemente» (Lc 22,15). Nel solenne momento della celebrazione del suo ultimo Seder pasquale, divenuta per noi cristiani l’ultima cena, le sue parole sono una finestra aperta sull’abisso dell’amore trinitario. 

A noi sembra che un analogo desiderio ha spinto la sua persona a venire oggi tra noi; una forza interiore, un desiderio, antico e nuovo, coltivato lungamente nel cuore, più volte sognato e accarezzato nell’anima, ed ora finalmente esaudito; un desiderio, in realtà, che non è soltanto suo, ma raccoglie i sogni di molti.  

Si tratta, in fondo, di quel desiderio di pace che ha animato don Tonino e che sempre anima tutti i testimoni di pace. Chi desidera trasmette il desiderio, accende gli animi degli altri e li rende capaci di suscitare nuove aspirazioni di pace. E allora, quale migliore fornace ardente che sprizzi desideri di pace se non la tomba del Venerabile don Tonino Bello? A questo fuoco lei ha voluto riscaldare il suo animo, riaccendere la sua fede e il suo amore per ridare una nuova e sicura speranza di pace al mondo. 

Preghiamo perché il desiderio che anima il suo cuore riscaldi il cuore di molti, fino a far sprigionare una comune “voglia di pace”. L’attende l’Italia, l’Europa, il mondo intero. La desidera fortemente la «moltitudine immensa, che nessuno può contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua» che, stando «in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portando palme nelle mani» (Ap 7,9) in una cosmica e planetaria liturgia, canta, invoca e grida: «Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem». Benvenuto, Eminenza. Anzi, interpretando il pensiero di don Tonino che è anche il suo, mi permetto di dire a nome di tutti: Benvenuto, caro don Matteo! 

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